Nella sua piena libertà di vivere in questa terra l’umo si trova ad affrontare un uguale peso di restrizione che gli limita la sua libertà di quanto gli è stato promesso. Non si comprende che valore avrebbe il libero arbitrio offerto all’uomo se nella realtà deve distinguere le sue scelte con la possibilità di cadere nell’errore ed essere giudicato colpevole di ciò che aveva considerato legittima opportunità di scelta. Se sono stati dati all’uomo le facoltà di vivere ed organizzarsi creandosi egli stesso delle regole razionali capaci di scoprire la scienza, essendo stato posto contro l’ignoto della natura, perché deve ancora limitare la sua facoltà esistenziale per ciò che egli ritiene essere libero? Tuttavia, nell’insegnamento della conoscenza divina, per il presupposto futuro che l’uomo guiderà gli angeli, deve avere una conoscenza piena del bene e del male che Dio li ha rappresentati con l’albero posto nel Giardino di Eden, in correlazione di quanto Dio dice di avere creato, Isaia 45:7. Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose. Su questo principio l’uomo è messo difronte al bene e al male con la prerogativa di avere ricevuto la facoltà del libero arbitrio sottoposta ad un vincolo. Ecco che l’uomo alla conoscenza della verità di Dio e agli insegnamenti di Gesù riceve una conoscenza relativa e condizionata del limite del fare di propria volontà, da un alto, mentre rimane aperta la via della libertà di adeguarsi alla via della santità dall’altro lato. Giovanni 8:11 …. Neppure io ti condanno; va' e non peccare più. Il presupposto di non peccare più è la condizione di libertà aperta verso la santità senza restrizioni. Tuttavia, essendo che questa attitudine è di potere divino l’uomo ha bisogno di un aiuto divino, essendo che, ci si trovi a percorrere una via ristretta ma necessaria per arrivare a Dio. In essa si scopre che Dio ci accompagna facendoci sentire una serenità ed una conoscenza superiore a quella del mondo, per la quale, ci fa acquistare una certa saggezza e perseveranza che altri non trovano nella realtà. Certo che nel percorso si può essere scherniti da quelli che non conoscono Dio e la sua legge, ma che il credente potrà dominare ogni contrasto e discussione negativa ovattata di raziocinio, essendo che, non è lui che parlerà ma la guida del divino. La donna adultera avendo conosciuto la vita mondana, Gesù le comanda di seguire quella spirituale che dona la vita eterna. A tale ubbidienza la donna di Magdala ebbe un profondo cambiamento che divenne un esempio unico e irripetibile che la portò ad essere presente nel sacrificio di Gesù e di essere testimone quando Gesù uscì fuori dalla tomba. Ma come si può conciliare il fatto che Gesù dice che siamo tutti peccatori e il fatto di non peccare più? Questo è un problema, poiché, anche Paolo diceva che faccio sempre quello che non vorrei fare. Allora, poiché Gesù non chiede gravi pesi, come dice che il suo gioco non è pesane, si suppone che il tentativo dell’uomo di non peccare, già è una grande cosa. E se ad essa poniamo la preghiera, tutto sarà nelle mani di Dio. In altri termini, ci dobbiamo rendere a Dio e porre il nostro cuore umile e sottomesso a Dio. Il resto Dio sa ogni cosa.
Pace e fede nel Signore
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