lunedì 1 dicembre 2014

TI SEGUIRO'




Matteo 8:19 Allora uno Scriba, accostatosi, gli disse: Maestro, io ti seguirò, dovunque tu andrai.
Come si può rispondere all’odio dei nemici con l’amore che Gesù ci ordina di dare se, almeno in una occasione, Gesù sembra rispondere allo scriba con una devianza a questo sano e divino principio?
   Matteo 8: 20 E Gesù gli disse: Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo de’ nidi; ma il Figliuol dell’uomo non ha pur dove posare il capo.

Alla sincera volontà dello scriba, notiamo che Gesù con un giustificato motivo gli denegò l’accoglimento della richiesta di partecipazione. Sebbene quel giovane appartenesse alla classe ipocrita, pur dimostrò un decisivo convincimento e impegno di aggregarsi ai discepoli. Perché gli fu data questa risposta? Se vi fu posto per Giuda iscariota, non poteva esserci posto anche per uno scriba riconoscente?
Questi fatti ci fanno riflettere a lungo perché la nostra mente di limitata comprensione fa fatica a leggere il pensiero di Gesù e ci troviamo come Nicodemo, che non capì il linguaggio del Maestro. Dove possiamo trovare un barlume di motivo e scoprire perché Gesù nella sua immensa e divina saggezza ha risposto in quel modo?
Se consideriamo il fatto storico degli Scribi, ci accorgiamo che nonostante fossero stati ripresi dal popolo e, in modo ufficiale, da Gesù, continuavano ad adottare il loro costume ipocrita nella convinzione che si consideravano sopra di tutti e che nessuno potesse mai capire le vie del Signore, se non loro stessi. Ecco che la resistenza che operavano contro Gesù li rendeva intransigenti e nello stesso tempo increduli che Gesù fosse veramente il Figlio di Dio. Queste condizioni avrebbero creato una doppia offesa se uno scriba si fosse inserito tra i discepoli, uno per seminare zizzania e l’altro controllare l’andamento del ministero. Chiaro che Gesù prevedendo questo tentativo, sebbene il giovane si fosse presentato con tanto amore, vide nello scriba un falso discepolo e quindi, lo esonerò con molto garbo e bontà.
Luca 11:43 Guai a voi, Farisei! Perciocché voi amate i primi seggi nelle radunanze, e le salutazioni nelle piazze.
 Ricordiamoci sempre che tutto quello che Gesù fa e dice è santo ed è ripieno della giustizia di Dio. Il punto di riferimento deve essere sempre Gesù. Difficile capire e ancora più arduo investigare il pensiero di Gesù, il giusto, il mansueto che salva tutti quelli che si redimono. Certo, Egli, ha voluto mandare un insegnamento agli scribi che a differenza di loro, Egli che poteva avere tutto, disse che non aveva nemmeno dove poggiare il capo, come per dire agli scribi cambiate la vostra indole vanitosa e seguite la mia umiltà.  

Il giovane è stato un ambasciatore ingenuo di una stirpe insana, noi, a differenza di lui, abbiamo conosciuto il Cristo Salvatore attraverso l’esperienza della fede e del Vangelo che è salute e vita per quella grande schiera di discepoli che seguono ovunque la sua Parola.
 Pace e fede nel Signore


sabato 1 novembre 2014

DAMMI DA BERE


Il tempo scandisce anche la periodica mozione dei corpi celesti e segna sulla terra il susseguirsi dei giorni che misurano le ore della nostra vita. Il continuo muoversi dell’uomo per sopravvivere gli produce stanchezza, la quale, lo costringe a fermarsi per avere riposo. A questa legge fu sottoposto Gesù che lasciata la Giudea, affaticato da una giornata di cammino, cercò di riposarsi poggiandosi ai bordi del pozzo costruito da Giacobbe.  Esso conteneva dell’acqua, ma il Maestro, sia perché non aveva per le mani una secchia per mandarla giù nel pozzo sia per il sopraggiungere di una donna samaritana, ne approfittò per chiederle da bere. Ma lei lo questionò con distacco e senso di rivendicazione.  Il quel momento, a causa della discussione, sembra che Gesù non abbia neppure bevuto. Giovanni 4:7 Ed una donna di Samaria venne, per attinger dell’acqua. E Gesù le disse: Dammi da bere. La donna replicò a Gesù, dicendogli come mai un giudeo avesse chiesto da bere a una samaritana che tra i due popoli regnava, da qualche tempo, divisione e dissenso? Gesù, in quel momento si fa protagonista della discussone per mandare al mondo un monito di conciliazione e di carità a quello che la donna aveva dato impulso di rivendicazione. Il quadro della richiesta dell’acqua richiama chiaramente all’attenzione il momento del prossimo sacrificio di Gesù sulla croce ove, vedendo il futuro, in quel luogo dopo aver chiesto al soldato dell’acqua, gli avrebbero dato invece aceto. I due avvenimenti della samaritana e quello della croce, sebbene dissimili, presentino uno stesso significato della sua sete con riferimento alla cruda e consapevole realtà che lo attendeva. Nel pozzo, quando Gesù chiese alla samaritana da bere, lei rappresentò il mondo che polemizzando offrì a Cristo l’acqua che disseta per un poco, mentre Egli offrì l’acqua della vita. Tuttavia, quando Gesù si trovò sulla croce e chiese quell’acqua, il mondo gli offrì l’aceto. L’uomo ha nulla da offrire a Dio solo acqua che poco disseta e aceto di falsità. Eppure, nel momento che Gesù fu trafitto, diede al mondo l’acqua che fuori uscì dal suo corpo la vita e con il suo sangue la salvezza.  Così Gesù ha potuto dire alla samaritana: Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva. A questo punto può l’uomo giustificarsi difronte a Dio avendo fatto quello che ha fatto la samaritana e il soldato, per il fatto che non conobbero Gesù, come Figlio di Dio? Dio lo sa. Oggi per la poca fede che abbiamo e il poco amore per Sacre Scritture, dobbiamo sentirci responsabili della nostra condotta, essendo che, molti dii pagani stanno invadendo la nostra coscienza che lentamente ci fanno voltare le spalle a Dio. Così, il ministero di Gesù per la salvezza di tutti oggi è letto con poco interesse e poco amore. Come vorremmo essere stati noi al posto della samaritana oltre a offrirgli l’acqua avremmo certamente seguito Gesù in ogni luogo. Questa decisone di seguire Gesù ci viene suggerita dal Consolatore che ci sta rendendo più sensibili alle esperienze dello spirito ma allora era diverso, l’uomo era ancora cieco della conoscenza del divino.  Così, in definitiva, come la samaritana è andata al pozzo perché aveva bisogno di bere così noi avremo bisogno di bere dell’acqua della vita che esce dal Trono di Dio e di Gesù nella Gerusalemme celeste.  

Pace e fede nel Signore.

 



giovedì 2 ottobre 2014

LEGATO AL CIELO



La terra e il cielo, combinazione della creatività che si fonda in una simbiosi evolutiva di materia e fantasia. Essi rimangono assoggettati ai codici inesorabili della natura e si affievoliscono con andamento silenzioso e mistico a Dio Creatore che domina l’universo e l’esistenza umana per migliorarne la qualità per altri scopi ignoti, al fine di generare nell’alveo del suo Regno, angeli che saranno parte integrante del suo volere.  
  
La prospettiva della ragione, sviluppatasi in un piano di aderenza morfologica, si manifesta deflattiva a concepire il sistema evoluto dell’Altissimo, e non per nulla, di questa inefficienza d’intendimento, l’uomo lega il suo pensiero a quello di Dio e si sottopone a essere modellato per sopportare la purezza della trasmutazione in divino che assimila il suo spirito a superiore dignità di vita, che già si svela nella sua esistenza terrena, come raggiungimento dell’eterno stato di gloria.  
 
Matteo 16:19  Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato in terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli.
In questi versi, che preannunziano una regola di vita nel regno di Dio, con il suo unico sentimento di perdono, svela la propria volontà all’uomo, circa l’organizzazione celeste e rivela la facoltà, fin da desso, che ogni uomo possa liberarsi dalla corruzione della carne assumendo questa regola, che se vi è alcuna cosa legata in terra, lo sarà anche nei cieli. Se amo ardentemente da essere legato per tutta la vita, lo stesso sentimento, secondo quanto affermano le Sacre Scritture, sarà legato nei cieli. Da questa concordanza prende origine l’istituto del matrimonio, secondo il volere di Dio.  
Allo stesso modo, dallo sciogliersi dalla concupiscenza con tutti i suoi derivati, sarà un dovere urgente non rimandabile, ed essendo il domani del Signore, dovremo cominciare a trarre un resoconto ora, per liberare la nostra vita, in un modo o nell’altro, da ciò che ci disonora.
Giovanni 17:26 Ed io ho loro fatto conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere ancora, acciocchè l’amore, del quale tu mi hai amato, sia in loro, ed io in loro.

Questo legame al cielo deriva dall’amore di Dio verso Gesù, suo Figlio, che scendendo sulla terra ha riflesso la sua Luce per far conoscere agli uomini il suo nome e la grandezza e profondità del suo amore. Non è poca cosa che Gesù abbia vinto sulla croce. Non apparse agli occhi del mondo sconfitto ma fu misericordioso, verso l’uomo ignaro. Egli ancora disse: perdonali perché non sanno quello che fanno, intercedendo fino all’ultimo sospiro per strapparci dall’ira avvenire.
Si è visto che l’amore è strettamente collegato al dolore, e senza di esso non vi è crescita spirituale, unico elemento celeste, che rimane all’uomo dopo la morte.    
Pace e fede nel Signore