lunedì 13 agosto 2018

IL PADRE E' IN ME

    

                          Giovanni 14:11 Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me, se no, credetemi a motivo delle opere stesse. Il significato di questa frase suscita diverse interpretazioni che, in buona fede, portano l’uomo a credere che Gesù è Dio. La prima domanda che ci facciamo è quella che, se è scritto che Gesù è Figlio di Dio, come può essere Dio? Matteo 17:5 ……Questi è il mio amato Figlio, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo! Dio dichiara, pubblicamente e con chiarezza, che Gesù è suo Figlio. Da questa affermazione i discepoli caddero a terra.  Matteo 17:6 E i discepoli, udito ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da gran spavento. Ove si apprende che Gesù è il seme di Dio è confermato nell’evangelo. Matteo 1:20 … ciò che è stato concepito in lei è opera dello Spirito Santo. Con questa rivelazione, ci troviamo, indiscutibilmente, di fronte ad una realtà divina ove specifica che lo Spirito Santo, terza persona di Dio è stato capace, superando le leggi della natura e il raziocinio, di stupire l’uomo, lasciandolo nel suo limite intellettivo, attonito e largamente incredulo. Lo stesso Gesù dimostra e rivela la sua origine divina in Giovanni14:11 e indirettamente, lo si può comprendere nella preghiera che fa al Padre e in altri momenti, ma anche, nella meno specificata occasione, quando, al chiamo di sua madre Maria, rispose chi è mia Madre? Questo conferma ineludibilmente che Gesù è Figlio di Dio. Avendo ora chiarito che Dio ha generato Gesù, cerchiamo, ora, di capire il nesso della frase, il Padre è in me. Ciò, che ci spinge di intendere la funzionalità dell’esistenza del rapporto tra Gesù in carne e lo Spirito di Dio dentro la sua persona, sfugge alla comprensione del pensiero umano. Se formuliamo l’ipotesi fantasiosa, che Gesù è Dio, Dio si sovrapporrebbe nella persona di Gesù, con la risultante che Dio, poteva essere visto agli occhi degli uomini, in carne, e ciò contrasta due principi Scritturali, il primo che Dio è Spirito e l’altro che nessuno può vedere Dio e vivere, altrimenti, su questo ultimo punto, Dio, lo avrebbe detto, che in carne poteva esser visto e ciò non è.  Come possono stare due corpi in insieme in carne? Diversamente, è possibile che sia avvenuto, che parte dello Spirito di Dio sia entrato nel corpo di Gesù assumendo il comando, come persona di Dio nelle vesti di Gesù. Ecco che, in questa composizione tra carne e spirito, chi ha visto Gesù ha visto il Padre. Cioè Dio, con il suo Spirito è entrato in Gesù e da tale fusione Gesù poteva dire che chi ha visto me ha visto il Padre. Tuttavia, ci chiediamo, tutto questo, come è potuto succedere e che rapporti vi sono tra Dio e Gesù, come Figlio e come Creatore? Leggiamo Giovanni 1:1 Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio. 2 Egli (la Parola) era nel principio con Dio. Se la Parola nel principio era presso Dio, Dio era prima della Parola. La Parola era Dio, poiché, è parte di Dio, intesa da noi come seconda Persona di Dio. La Trinità di Dio, interpretata da noi con la lettura delle Sacre Scritture, ci porta a concretare che Gesù sia la bocca di Dio, che ha creato tutte le cose dal comando ricevuto dal cervello che è Dio. Considerando che la bocca di Dio è Gesù, è chiaro che Egli non sappia il giorno della fine dei tempi, poiché, Dio cervello, non glielo ha trasmesso. Questa conclusione sarebbe, se non esaudiente, prova che Gesù è la Parola di Dio personificata sulla terra che ha acquistato, per mezzo del seme di Dio, in Maria, la qualifica di Figlio di Dio. L’espressione esaudiente che in Gesù abitò lo Spirito di Dio, ci viene confermata dalla frase in Giovanni 14:20 In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e che voi siete in me ed Io in voi. Così, questa rivelazione esprime le stesse parole di Giovanni 14:11, infatti, se noi siamo in Gesù, non possiamo essere Gesù, come se lo Spirito di Dio è in Gesù, Gesù, non può essere Dio. In altri termini, come lo Spirito di Gesù è in noi, lo Spirito di Dio era in Gesù. Per cui, Egli, non può essere il Padre, contemporaneamente, altrimenti sarebbero due dii in carne che operavano e non si capirebbe, primo, che essendo Gesù anche Dio, non avremmo potuto vedere Gesù, poiché fosse stato Dio e secondo il fatto che Gesù, Dio, avrebbe dovuto sapere l’ultimo giorno se Dio si trovava con Lui in carne.
Pace e fede nel Signore
 
           

mercoledì 1 agosto 2018

NESSUNO E' SALITO IN CIELO



         Questa affermazione, come una inaspettata notizia, apre un mare di incertezze che, inducendo l’uomo a uno stato di stasi, gli produce una rilevante preoccupazione, quella di pensare, cosa significhi realmente, “il cielo”.  Quando Gesù afferma in Giovanni 3:13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell'uomo che è nel cielo. La nostra mente riceve una battuta d’arresto e pensieri di smarrimento si accumunano dentro un guscio di mistero, che ci lasciano ora attoniti ora fortemente desiderosi di sapere cosa siano in realtà, il cielo, i cieli o il regno di Dio. Quando leggiamo Genesi 5:24 Enoc camminò con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese. Ci si chiede, dove fu posto Enoc, dopo essere stato preso? Nel cielo, nei cieli o nel Regno? Se Enoc camminò con Dio, certo che a lui fu data la facoltà di stare accanto a Dio e, nel Regno, non può che stare vicino a Dio.
In questo verso è evidenziata la famigliarità di un uomo che ha goduto della presenza spirituale di Dio sulla terra e ha un posto primario nelle Sacre Scritture, le quali, rivelano il suo attuale bene stare nei cieli. Non è dato sapere dove egli sia, si pensa in un luogo dei cieli. Tuttavia, in riguardo al cielo affermato da Gesù, esso è il luogo dove Egli è andato ed è diverso dai cieli, poiché, è il solo luogo ove abitano Dio e Gesù ed è il più alto. Questo coinciderebbe con la posizione del trono di Dio e dell’Agnello, descritta nella Apocalisse. Così, il cielo, ove Gesù è salito, acquisterebbe il significato della dimensione dove risiede Dio che fa capo al suo Regno. Chi, degli uomini è salito in cielo, andrebbe collocato in un posto non identificato dei cieli. Un secondo avvenimento che ci dà conferma dell’esistenza di luoghi diversi nel cielo, occupati da uomini saliti in cielo, lo abbiamo con Elia. 2 Re 2: 11 Essi continuarono a camminare discorrendo insieme, quand’ecco un carro di fuoco e dei cavalli di fuoco che li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. Così, Elia salì in cielo, ma non in quel cielo che menziona Gesù, che solo Lui è sceso e solo Lui è salito. Quei luoghi dei cieli, diversi da quello occupato da Dio e Gesù, sono posti di privilegio ove pochissimi uomini hanno avuto la possibilità di entrare, come Paolo che è stato trasportato fino al terzo cielo e Mosè che ne è disceso per parlare con Gesù insieme ad Elia. Solo dall’affermazione di Gesù, che è la verità, si ha la possibilità di capire che il cielo o i cieli o il Regno, sono tutti sotto la potestà di Dio.
All’uomo resta il compito di investigare le notizie elencate nelle Scritture per crescere nelle vie divine e conoscere il suo futuro vicino al Signore. Così, quando Gesù dice che nessuno è salito in cielo si riferisce al cielo più alto, anzi all’Altissimo ove regna Dio e tutta la complessa divina esistenza, di cui, l’uomo resta sua creazione sulla terra e generazione vivente nell’universo. Questo salire in cielo di Gesù, scaturisce dalla stessa sua potenza, diversa dalla salita dell’uomo che è tolto dalla terra, per mezzo del divino potere. Egli scende poiché lo desidera ed Egli sale perché lo vuole, per questo il cielo che Egli menziona è il solo ed unico al disopra di tutti, insieme a quello del Padre. Non possiamo insistere con la ragione umana di capire il ministero di Dio, ma dobbiamo con reverenza accettare la sua Parola come verità assoluta e unica, che si materializza in Gesù, verità eterna e piena di grazia. L’unicità della sua discesa impone di considerare che la maestà suprema di Dio domina il creato ed è la sola a dettare le leggi dell’eterno vivere. Da questo si deduce che l’universo non è materia ma vita, poiché, Egli è il Dio dei viventi.            
Pace e fede nel Signore

Aforismi di g.d.

Abraham: secondo le Scritture, il luogo dove Abramo si trova è uno dei cieli, ove non vi è nessun contatto con altri luoghi inferiori.

Terzo cielo: non sappiano quando cieli vi siano, poiché, la frase, fino al terzo cielo, può avere diversi significati. Essi possono essere tre o di più di tre.

Il cielo e la terra: essi sono fuori dal Regno di Dio, poiché sono stati creati.