martedì 7 marzo 2017

COME FAI A CONOSCERMI?


Sappiamo che Dio, dal nulla ha creato l’esistenza di tutte le cose nel loro stato di visibilità e invisibilità e che si alimentano e si trasformano per  mezzo della sua divina luce.  Essa non solo illumina i corpi celesti ma è sapienza per chi vive dentro di essi. Come possiamo intendere questo effetto polifunzionale se un asteroide cadendo distrugge, il terremoto devasta, il fuoco disintegra o ancora, le guerre uccidono l’uomo, gioiello del creato? Questi avvenimenti, negano ciò che la mente umana ritiene giusto o il giusto poggia su una realtà illusoria sottoposta a un temporaneo aggiustamento del creato?  Se è sì. Come possiamo leggere l’onnipotenza e l’infallibilità di Dio?  Ha l’uomo, la mente o gli strumenti per valutare il mistero che lo circonda e riconoscere ciò che gli manca per ottenere la totale comprensione della mente di Dio?  Se la sua ricerca sembra proiettarsi all’infinito, è in realtà, una funzione che tende a una costante? Tutti questi interrogativi sono chiariti con una sola parola, Giovanni 1:48  Natanaele gli disse: Come fai a conoscermi? Gesù gli rispose, dicendo: Ti ho visto quando eri sotto il fico, prima che Filippo ti chiamasse. I poteri che chiariscono questa risposta non possono essere né contenute né ipotizzati dalla mente umana, se non fosse Dio stesso ad aprire la mente alla conoscenza divina. Infatti, l’uomo ha un limite. Si ricorda che come lui non può vedere la gloria di Dio e vivere, egli, non può contenere la conoscenza divina e sopravvivere, essendo che possiede solo una proiezione delle diverse conoscenze divine. Di fronte a questo immane mistero di sapienza, l’uomo si arrende e risponde come fece il discepolo, dicendo: Giovanni 1:49 Natanaele, rispondendogli, disse: Maestro, tu sei il Figlio di Dio tu sei il re d’Israele. L’uomo riconoscendo la propria inferiorità si abbassa e si pone alla disponibilità di Gesù, come strumento della sua volontà. Tuttavia, se Dio ci conosce senza vederci in tutti i modi possibili e impossibili, l’uomo conosce Dio durante la vita, leggendo la sua Parola. Essa è come una scala simile a quella vista da Giacobbe, in visione, per cui, più si sale più, si conosce Gesù e il suo rapporto che ha col Padre. La conoscenza che ci è stata concessa, si può immaginare a gradi e scresce come il salir d’una scala che porta a incontrare Dio. Giacobbe, con la sua visione, ha rivelato la via della conoscenza divina e se, la scala verso il cielo rivela la struttura della cognizione superiore, si deduce che la conoscenza di Dio, che non avendo appoggio è stabile sulla sua Parola, regge la mozione e l’esistenza dell’universo. Così le nostre teorie segnano il percorso per arrivare a una scienza superiore basata sul comando verbale e non su regole scritte. Da questi presupposti la fede è la chiave che permette all’uomo di aprire un varco verso la comprensione divina e ottenere il premio di appartenere al mondo misterioso e eterno di Dio.
Pace e fede nel Signore