Se Dio ci parlasse, l’eco delle sue
parole invaderebbero la nostra mente e gli effetti sarebbero percepiti per
lungo tempo nel nostro cuore fino ad arrivare alle nostre midolla, se poi, vi fosse un rimprovero. Chi avverte tal esperienza, certamente, la presenza di Dio
è in lui. Nel caso che l’uomo ignorasse la sua voce, invece, gli effetti
sarebbero devastanti, e anche in questo caso, vi sarebbe prova dell’azione del
divino. Il fatto che la natura dell’uomo non riesce a concretare il
trascendentale è da paragonare al fatto che la nostra natura non ci permette di
vedere la dimensione dell’invisibile e concepire se esso sia reale o no oltre
limite della realtà. A causa di questa inibizione, la mente cerca nell’ignoto
un surrogato che ci dia un indizio dell’invisibile e questo lo troviamo quando scrutiamo
il cielo considerando gli astri che sono elementi costitutivi di una realtà che
rappresenta la proiezione dell’invisibile e che risulta dallo scontro dello infinitamente
grande con l’invinitesimale piccolo. Qui, l’immaginazione prende posto nel
pensiero che lo spinge nella linea di confine tra la realtà materiale e l’inizio
dell’invisibile. La mente non avendo la capacità di individuare il divino, lo
percepisce, come presente invisibile. Se nei tempi passati i filosofi
riuscirono a dare solo varie ipotesi del sistema oscuro dell’esistenza e dello
spirito, oggi con la maggiore conoscenza la questione è diversa, si cerca di
oltrepassare la linea di confine della realtà realizzando l’ipotesi di un
invisibile reale. Rimane però, la difficoltà d’intendere la natura come parte
oggettiva dell’origine del tutto. Il rapporto nuovo che nasce è, dimostrare la
relazione che esiste tra l’esistenza dell’uomo sulla terra con l’esistenza
della terra nell’universo e a sua volta l’esistenza dell’universo nella mente
di Dio. Ci accorgiamo, allora, che più si scoprono i segreti della natura più
l’uomo ha difficoltà a leggerli, essendo che, la mente ha a che fare con
l’infinito, la cui, difficoltà di lettura si accresce in modo esponenziale man
mano che si addentra nell’ignoto, sia perché il nulla e il tutto sembrano avere
la stessa faccia, sia perché le incognite si ingrandiscono come se posti in una
spirale. Così, più si scopre la struttura dell’universo più s’ingrandisce la
ratio dell’incognito, assumendo l’uomo sempre più coscienza di essere isolato
in uno spazio indefinibile. La percezione di essere coinvolti in un legame
diretto con il divino si manifesta nel nostro essere, quando ci si trova di
fronte a un’insidia e in special modo, di fronte alla morte. Ci chiediamo,
allora, perché nasce nell’uomo questo stato di sudditanza al divino, nei
momenti tragici della vita e non ci si avvale delle proprie forze? In realtà, la
natura intrinseca dell’uomo, come una forza interiore, lo spinge a chiedere un
aiuto esterno, riconoscendo la propria debolezza di fronte alla incapacità di risolvere
l’accadimento futuro. Siccome un altro simile non può mutare l’immutabile, ecco
che l’anima interiore si rivolge alla vera sorgente invisibile, trascendentale.
Così, ci rendiamo conto che siamo in questo mondo non per conseguenza di una
nostra volontà ma per derivazione divina. Siamo, quindi, la causa oggettiva di
una volontà suprema che ha deciso l’accadimento e l’evolversi di questo evento
terreno, per la realizzazione di una determinatezza che conduce l’uomo al
culmine della conoscenza del rapporto reale tra lui e Dio. Un indizio di tale
rapporto si manifesta nel momento in cui sogniamo. Infatti, esso è rivelatore
di un nesso con il divino, incomprensibile a essere decifrato, ove la mente è
coinvolta, sebbene in fase di riposo, ad attivarsi per registrare quanto le viene
trasmesso, mentre è trasportata in una dimensione oscura e misteriosa, di cui,
si disconosce lo scopo.
Quando il sogno è importante, può realizzarsi
il ricordo e il significato, ma nel pensiero resta sempre il mistero del
collegamento del proprio protagonismo con una dimensione astratta verosimile.
Infatti, spesso, il sogno rispecchia la natura che ci circonda, in visione, ora
distorta ora meravigliosa. Il fatto proiettato nel sogno, rimane per quello che
è, poiché, non si è capaci di trovare la realtà. Quando Dio si manifesta nei
sogni, diventa un esperienza eccezionale che pochi lo sanno interpretare.
Bisogna quindi, che l’uomo ne tenga conto, perché la comunicazione è sempre
positiva per l’esistenza, che sia un preannunzio di bene o di un male. Se è di
un male, vuol dire che esso è in espiazione e ci si aspetta di ricevere un
bene. Tutti questi fatti che si manifestano nell’esistenza dimostrano che il
rapporto con Dio è una realtà inconfutabile, ma se si contrasta o lo si ignora
il risultato sarà, certamente, disastroso.
L’uomo non può esistere da se stesso, poiché non ha i presupposti né le
condizioni per superare o risolvere gli elementi della natura né capire la struttura
dell’universo. Tuttavia, gli è stata data la capacità di poter raggiungere
questo ostacolo su specifiche condizioni e osservanze. Quali possono essere queste osservanze? Non è
difficile conoscerli se l’adeguamento del nostro io si ponesse al di sotto di
quello divino, in tal modo, all’uomo verrebbe incrementata la sua intelligenza per
capire le vie del divino. L’uomo si trova nel punto medio tra il libero
arbitrio e l’osservanza. E’ la sua saggezza che è, la conoscenza della sua
posizione di fronte a Dio, che lo deve fare ragionare, non attuare la sua logica
razionale, ma egli deve essere tinto della saggezza divina, così acquisterà una
struttura temperata di esistenza degna di colloquiare con Dio. Questa ipotetica
armonia è osteggiata dalla propria visione falsa del sentimento d’immortalità,
per la quale, l’uomo non pensa alla fine dei suoi giorni, essendo che, le
condizioni e l’esistenza armoniosa della terra non lo fanno riflettere all’accadimento
della fine, cioè alla morte e decidere per quella eterna posta dal divino. Si
trova così, in un dilemma che non riesce a risolvere e, se crede di averlo
definito, non è altro che illusione di una veduta appariscente e irreale.
L’uomo tralascia la realtà divina, che è a portata di mano, per occuparsi
dell’immediato materiale che sarà futile di fronte alla morte. Dobbiamo dire,
allora, che l’uomo è stato posto in questa terra, essendo non di questo mondo. Per
questo motivo a un’attenta analisi, egli deve scoprire la sua provenienza e
questo compito può farlo solo ma necessariamente lo deve fare con l’aiuto del
divino. La sua posizione, di definire lo scopo della sua vita è quello di porsi
nel limite della realtà e cominciare a leggere l’invisibile, chiedendo aiuto a
Dio che lo ha posto in questo mondo. Questo richiede capacità spirituale, dei
sacrifici e delle rinunce, per le quali trarrà benefici e ricchezze in questo
mondo. E’ solo da fare un’attenta esaminazione della sua posizione e
considerare per un attimo, che la sua esistenza non è eterna. Se l’uomo guarda il cielo come sistema, non
arriverà mai a concretare la sua conoscenza, diversamente, se lo concepisce
come creazione, allora, arriverà a colloquiare con il Creatore, che lo immette
nella dimensione del divino e gli fa percepire l’eternità. Questo compendio ci
porta, inevitabilmente, a riconoscere Dio nelle sue diversità di manifestazione
divine e di considerare attentamente le Sacre Scritture. Pur considerando,
secondo qualcuno, che esse sono state scritte e manipolate da uomini che hanno
avuto interesse, è indiscutibile che chi le osserva, si trova in una
posizione di pace e serenità con una visione consapevole delle vicende del
mondo. Chi le osserva, ha una particolare sensibilità a correlarsi col divino e
riesce facilmente a superare la linea di demarcazione tra la realtà e
l’invisibile. Questa virtù manca a chi si immedesima a contemplare la realtà
come unica sorgente e considera la vita senza uno scopo, poiché trascura di
considerare l’armonia del sole e di tutti i corpi celesti che sono governati e
non confusi. La conclusione razionale dell’uomo resta sulla terra se non considera
che il cielo e tutto l’universo è nelle mani di Dio. Persistendo in tal modo,
l’uomo resta irrequieto, trovando soluzioni detrimenti e dannose che lo portano
alle guerre, che non fanno altro che trascinarlo alla morte.
Pace e fede nel Signore