mercoledì 24 marzo 2021

IL DISCEPOLO SCONOSCIUTO

 

                  Vi sono stati due discepoli che sono apparsi in uno scenario secondario ma che hanno avuto un impatto rilevante nel ministerio di Gesù. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea. Ricordiamo che essi raccolsero il corpo di Gesù dalla croce, lo avvolsero nella sindone e lo deposero nel sepolcro. Si nota che mentre Giuseppe, nobile e discepolo del Signore aspettava il regno di Dio, Nicodemo, fariseo e dottore della Legge davanti ai sommi sacerdoti difese Gesù. Si fa riferimento del momento che Gesù fu accompagnato nel sinedrio fu seguito da Pietro ma anche da un discepolo, di cui, non è menzionato il nome.   Giovanni 18:15 Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Da questo mistero, cerchiamo, con l’aiuto divino di tentare di scoprire chi potrebbe essere quel discepolo. Con la prima ipotesi il discepolo sconosciuto avrebbe potuto essere Nicodemo, dato che nel sinedrio egli prese le difese di Gesù, dopo l’incontro che ebbe con il Maestro. Questa ipotesi decade, quando leggiamo che: questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote. Quindi, non si addice a Nicodemo, essendo che, egli facendo parte del sinedrio, cioè era un componente dei giudici, non poteva dirsi che era conosciuto, altrimenti, Nicodemo, sarebbe stato come un pubblico ministero che avrebbe accompagnato un reo al sinedrio per essere ascoltato. L’altra ipotesi è che poteva essere Giovanni, per il fatto che, nel vangelo non nomina il suo nome e, quindi, anche in questo caso avrebbe soppresso il suo nome lasciando al lettore immaginare la sua presenza. Tuttavia, la Scrittura parla di un discepolo e non di un apostolo. Per ultimo, resta da considerare Giuseppe d‘Arimatea, come l’ipotetico discepolo che seguiva Pietro e Gesù. A questo punto, l’ipotesi di Giuseppe diventa concreta, essendo che, coincidono diverse situazioni, come per esempio: il fatto che a Pietro gli fu proibito di entrare nel sinedrio, mentre il discepolo sconosciuto entrò liberamente. Come poteva entrare liberamente se non fosse stato conosciuto al sacerdote? Il fatto di essere noto mette fuori l’ipotesi che il discepolo, fosse un sacerdote e quindi, Nicodemo, il quale non sarebbe stato considerato noto ma uno di loro. Giovanni 18:16 Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E’ chiaro che nell’intendimento dei fatti, lo sconosciuto andò a parlare con il sacerdote e per la sua influenza ottenne risposta positiva di fare entrare Pietro. Da questo, si deduce che il discepolo, godeva di una influenza non indifferente, come un personaggio famoso e ricco, di cui, era Giuseppe d’Arimatea. Vi sarebbe, ora, da considerare, una implicita interferenza e forse un loquace discorso che sia avvenuto tra il discepolo e il sinedrio, in difesa di Gesù, per ottenere la grazia. Questo ci porta a riflettere, che vi sia stata una negazione di grazia, che nel momento della morte di Gesù, Giuseppe avrebbe, in virtù di quel diniego, preteso almeno il corpo per dargli degna sepoltura, evitando che il corpo di Gesù potesse essere posto nella fossa comune, come usavano fare i romani con i crocifissi. Perché, allora, non si è conosciuto il nome del discepolo? Questo è un problema. Si suppone che se Giuseppe, apertamente avesse mostrato fede in Gesù, avrebbe avuto contro gli Scribi e i Farisei e forse, nemmeno il corpo di Gesù avrebbe potuto chiedere, mentre come sappiamo, alla fine egli chiese ed ottenne il permesso di prendere il corpo di Gesù e potarlo via, poiché, prima ne aveva chiesto la grazia.  Giuseppe d’Arimatea è stato, così, il discepolo che ha visto e seguito l’andamento dei fatti dell’interrogazione di Gesù ed ha riconosciuto la verità in Lui, mentre gli accusatori sono rimasti attaccati alla lussuria del potere temporale e alla cecità delle tenebre. Così, anche oggi, come esempio, molti credenti come Giuseppe d’Arimatea, che non potendo esprimere apertamente la loro fede, pregano in silenzio il Signore.  

Pace e fede nel Signore