venerdì 28 luglio 2023

LA TRASFIGURAZIONE

 

 

Strano che nessuno degli apostoli che furono chiamati da Gesù ad accompagnarlo al monte abbiano scritto sull’eccezionale evento della trasfigurazione. Nemmeno si sono espressi nel loro vangelo con un generico riferimento dei fatti. Caso eclatante che suscita meraviglia e stupore per il fatto che l’accadimento è stato rilevante se non unico e misteriosamente divino. Pietro, Giovani e Giacomo, sappiamo che sono stati i tre apostoli più vicini a Gesù ma anche gli unici che hanno mostrato un particolare carisma nella volontà di seguire gli insegnamenti del Maestro.  Come mai questo compito di trascrivere i fatti dell’eccezionale presenza della voce di Dio, lo Spirito Santo lo abbia fatto scadere ad altri apostoli, come Matteo, Marco e Luca?  E’ un mistero. Per ipotizzare questo misterioso motivo è necessario che esaminiamo prima il significato di questo evento divino. La prima cosa che possiamo osservare è che Gesù una volta arrivato sul monte con gli apostoli non fu trasformato ma si trasformò Egli stesso davanti a loro. Questo suscitò grande meraviglia, che essa divenne esuberante quando apparvero Elia e Mosè. La eccezionalità del fatto soprannaturale fece percepire agli apostoli di trovarsi in mezzo ad un evento divino e che Gesù fosse l’autore. L’emotività avviluppatasi nei cuori degli apostoli portò Pietro a dire: Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia. Pietro, nel cuor suo, avrebbe voluto che quel luogo fosse punto di riferimento dell’evento divino e da potere essere visitato per lodare Dio. I tre furono ancora sbalorditi quando Gesù parlava con Ellia e Mosè che gli apostoli sapevano morti ma che in quell’attimo scoprirono che Dio è il Dio dei vivi.  Meraviglia sopra meraviglia. Gli apostoli ebbero la sensazione di essere nella realtà dell’eternità tra i morti vivi e Gesù che governava quel presente mistero con la rivelazione di quello che aveva detto loro, di salire sul monte. Come è stato possibile che Gesù avrebbe avuto il potere di tramutarsi in un aspetto divino? La ragione che Gesù è il Figlio di Dio dimostra che ha poteri in cielo e in terra, essendo anche, l’autore dei fatti del misterio di Dio sulla terra.  Questo è quanto hanno appreso gli apostoli in poco tempo, sotto la guida eccellente di Gesù in stretto collegamento con Dio Padre che stava nella nuvola.  Dio stesso è sceso per confermare il patto di riconciliazione tra il mondo e Dio proclamando che Gesù è suo Figlio e che gli uomini tutti gli devono ubbidienza. La trasfigurazione di Gesù sul monte è stato un evento unico e singolarmente divino, che ha trasmesso al mondo la prova della creazione e della salvezza dell’uomo mostrando Gesù come Parola, essendo che Egli, poteva trasformarsi contro ogni legge naturale e mostrare ai re della terra che solo Lui è il Signore che comanda tutto il creato.  Tomando alla ragione per la quale i tre apostoli testimoni non hanno scritto di questo evento, dobbiamo ipotizzarlo al sistema divino spesso adottato da Gesù.  Ci ricordiamo che Pilato ma anche Giovanni Battista vollero sapere chi era Gesù ed Egli non gli rispose. Per il semplice motivo che i fatti e i testimoni che videro Gesù operare, avrebbero mostrato più prova che dirlo Gesù da se stesso. Così è avvenuto con gli apostoli testimoni del fatto della trasfigurazione di Pietro, Giovanni e Giacomo.  Sono stati così scelti dallo Spirito Santo altri apostoli che avrebbero narrato sotto rivelazione i fatti, allargando in quel modo la testimonianza con gli apostoli scriventi Matteo, Marco e Luca.  Possiamo dire, allora, che dai tre apostoli presenti si è avuta una vera testimonianza terrena e dai tre apostoli non presenti si è avuta una reale testimonianza dello Spirto Santo come rivelazione divina.  

Pace e fede nel Signore

 

 

 

giovedì 27 luglio 2023

IL DILEMMA DI PONZIO PILATO

 

 

Perché Pilato si è lavato le mani? E’ stato un atto irresponsabile di un magistrato romano o ha percepito di essere di fronte a un potere occulto? Egli era seduto in tribunale come giudice supremo senza alcun limite nell’esercitare la sua autorità ma dentro si sentiva incapace di risolvere una questione semplice ma enormemente misteriosa. Da un lato si trovò di fronte alla realtà di un verdetto espresso dalla maggioranza dei sacerdoti, semplice da eseguirlo, dall’altro la notizia fattagli recapitare da sua moglie che lo sconvolse profondamente.  Matteo 27:19 …. sua moglie gli mandò a dire: Non avere a che fare con quel giusto...  A questa notizia l’atteggiamento di Pilato cambiò tono ma senza alcuna manifestazione visibile che abbia fatto intravedere il suo dissenso al verdetto dato dal concistoro. Matteo 27:23 Ed egli aggiunse: Ma che male ha fatto? Essi allora urlarono: Sia crocifisso! Alla domanda, che male ha fato, i sacerdoti non hanno espresso pubblicamente i motivi di accusa ma solo il verdetto di morte, nascondendo mala fede e odio verso il Messia che sapevano che doveva venire.  Questo atto ha dimostrato la volontà di uccidere un innocente ignorando le dichiarazioni di Gesù di essere il Figlio di Dio.  In questo modo, hanno ignorato di attuare il perdono di Dio ponendo in atto l’odio dei pagani. Tra le due fazioni, cioè, quella dei sacerdoti e quella di Pilato si evince che il giudizio del governatore romano sia stato più equo di quello dei sacerdoti. L’atto che ha distinto il carattere più moralmente rilevante è stato che alla notizia della moglie, Pilato, nella sua riflessione legale fece prevalere quella di equità che lo portò, manifestamente a lavarsi le mani dando seguito al sogno di sua moglie da un lato e dell'altro a Dio per il suo estraniarsi dal giudicare Gesù. Pilato non poteva contrastare un popolo né tanto meno i sacerdoti di un popolo religioso, trovandosi in terra straniera e obbligato a dare a Cesare un rapporto positivo sul suo governo.  Egli, in modo indiretto ascoltò il consiglio di sua moglie avendo compreso che quel sogno era importante e guidato dagli dèi.  Non fu paura per Pilato ma discernimento di saggezza in un momento di grande difficoltà civile e politica dei rapporti di Roma con la Palestina. Per questo insistette nel ribadire, ma che male ha fatto. Ma se le cose dovevano andare così, allora, Pilato con il lavarsi le mani possiamo pensare che si è distaccato dal giudicare Gesù. Tuttavia, a torto o a regione egli occupa un posto preminente nel mistero di Gesù, essendosi reso neutrale di fronte a un giudizio che aveva radici divine più che ragione umane, ponendo solo i sacerdoti responsabili della morte di Gesù, perché collegati con la legge divina.  Come abbiamo visto non è stato Pilato ad avere avuto il sogno, poiché, se fosse stato lui ad averlo avuto, egli si avrebbe trovato in una difficile situazione quella di ubbidire o disubbidire, ma in quel modo, avvisato da un sogno proveniente da un terzo, ha potuto esercitare la mansione di giudice superpartes in ambito di un giudizio religioso faccende parte del popolo di Dio. Forse la sua conversione a Gesù incominciò da quel momento che da pagano pensò di lavarsi le mani per apparire senza colpa di fronte a Dio.  

Pace e fede nel Signore