mercoledì 12 luglio 2023

IL SERMONE

 

 

Alcuni canoni che meritano essere osservati dopo aver letto il brano biblico da commentare in comunità: 1 RE 8:28 Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore mio Dio.  All’inizio del sermone è bene dare una lode al Signore e presentare il sermone scelto ringraziando Dio. Grazie Signore che mi hai messo in cuore questo passaggio per darti gloria. Durante la lettura delle sacre Scritture se si sceglie di evidenziare un fatto o una parola questi elementi devono esser intesi come l’oggetto della predica per il fine di richiamare l’attenzione dei fedeli a quanto si vuole evidenziare dell’opera di Gesù ponendo sempre in evidenza la lode a Gesù e la misericordia di Dio.   L’oggetto non deve prendersi tutto lo spazio del sermone da dominante sull’insegnamento scelto, ma deve sempre risultare maggioritario l’insegnamento che Dio vuole mandare attraverso quell’oggetto. Infatti, se ci si addentra troppo sull’oggetto prendono posto mezzi di riferimento sulla vita quotidiana dove la ragione razionale dominerà su quella divina e va a finire che si evidenzia di più l’importanza della realtà del momento con un solo accenno conclusivo a Dio. Se appare logica e molto persuasiva questa tecnica per dar sprono a correggere il travisare dei tempi, in realtà evoca un insegnamento reale della vita razionale che trascura il soggetto spirituale quello di lodare l’efficacia dell’insegnamento di Gesù sulla nostra vita. Dire sempre cosa Gesù vuole dirci in quel capitolo o in quel verso è importante perché prende posto dominante il desiderio e la volontà di seguire gli insegnamenti di Gesù, importanti e necessari per educare i cuori dei fedeli. Quindi, se ci soffermiamo su una parola, per esempio, solaio o valle o cecità non dobbiamo fare una scienza di quella parola con il pericolo di uscire fuori tema dell’insegnamento divino, evidenziando quanto siamo bravi nella conoscenza scientifica, essendo che, l’opera divina di Gesù è quella di lodarlo con promessa. Buone sarebbero frasi come: ascolta la preghiera che il tuo servo o della tua chiesa oggi innalza davanti a te. Non è raro che il predicatore per attirare l’attenzione dei fedeli evidenzia battute di ordine quotidiano anche se esistenziali ma essendo nella comunione con Gesù si deve dare la convinzione spirituale di essere nella dimensione divina. Tutti gli esempi del mondo sono relativi da essere solo accennati ma subito ritornare alle parole di Gesù. Quelle sono da ricordare e mettere in atto con semplice umiltà.  Non è mai abbastanza lodare Dio, essendo che, la distrazione colpisce facilmente, ed essa parte dallo sguardo e colpisce la mente che in un attimo vola fuori dalla chiesa e dal corpo di Cristo. E’ meglio essere timorati che ridere di gioia.  I tempi non permettono più che prendiamo dalla Parola solo quello che ci conviene. Non bisogna dimenticare che Dio è un Dio geloso e di giustizia. Lo ha fatto con Saul e Davide lo farà con noi. Guardate i tempi, essi sono tristi e nulla è più come prima. Solo pregando con umiltà e con passionevole fede e comportarci con lo stesso aspetto timoroso dentro e fuori della chiesa che possiamo ottenere da Dio grazia e ancor di più perdono. 

Pace e fede nel Signore

 

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