Che correlazione esiste tra
l’affermazione che Dio è il Dio dei vivi e, l’incognito mistero della morte,
ove dopo di essa, l’uomo sembra non essere mai vissuto. Se Dio afferma l’eterna
esistenza, deve esserci uno stato conforme, ove Egli governa in eterno. Questo stato
inspiegabile per noi è logico per il suo regno, poiché nel momento in cui lasciamo
questo corpo contaminato, ne acquisteremo un altro di perfezione con la consapevolezza
di essere parte del divino. Un indizio
di questo eterno essere si può intravvedere in Luca 24:31 E gli occhi loro furono aperti, e lo riconobbero; ma egli sparì da loro.
Se seguiremo le orme di Gesù, le
facoltà che assumeremo dopo la morte saranno superiori a quelle attuali,
ricordando che Egli, avendo manifestato sulla terra l’incorruttibilità del corpo
e della mente, dopo la morte, mostrò la superiore natura divina che gli
permetteva di apparire e scomparire, superando ogni ostacolo.
Luca 24: 36 ORA, mentre essi ragionavano queste cose, Gesù stesso comparve nel
mezzo di loro, e disse loro: Pace a voi.
L’ascesa in cielo di Gesù è prova
inconfutabile, della sua non appartenenza a questo mondo, ma vi sono delle
affinità che legano l’uomo alle stesse proprietà divine, ma solo, dopo la
morte. Resterebbero da considerare i pensieri e i desideri dell’anima, che
avrebbero come comune denominatore l’esperienza di vivere in questo mondo, ma
che si perfezionerebbero per assumere la forma divina celestiale. Sulla terra l’uomo sa già cosa significa
giustizia, amore e purezza d’animo ma pur conoscendoli, egli non riesce a concretarli.
E’ un mistero come dopo la morte Gesù, si presenta ancora in carne e non in
spirito, come si supporrebbe che sarebbe dovuto essere e come gli apostoli
pensavano di vederlo, con le ferite nelle mani e nel costato. Se Egli è la primizia
dell’incorruttibilità e ultimo Adamo, e gli apostoli furono invitati ad
accertare se esse fossero vere, vuol dire che assistiamo a una fase del
processo divino che non conosciamo ma che in questo frangente potremmo
assimilarlo al suo stato fisico quando Egli regnerà sulla terra, durante i
mille anni. Non tutto ciò che ha affrontato Gesù sulla terra, è stato
riferibile a quello di un ambasciatore, anzi il dolore e la morte gli sono
stati inflitti più acerbamente che all’uomo.
Considerando, questo sentimento, si può dire che il
dolore umano è diverso da quello che Dio ha provato per la crocifissione di
Gesù. In quell’occasione, Dio ha provato una restrizione del suo potere, poiché
ha dovuto cedere alla potestà del principe di questo mondo per annullare la
condanna che aveva dato all’uomo, per cui, ha dovuto umiliare se stesso
sopportando che la sua Parola “fatta carne” subisse supplizio più atroce
secondo canoni divini a noi sconosciuti. E su questi ultimi, un indizio può
essere osservato dal fatto che, dal suo costato sono usciti sangue e acqua. Giovanni
19:34 ma uno dei soldati gli trafisse il costato con una lancia, e subito ne
uscì sangue ed acqua.
Non sono usciti il sangue e poi
l’acqua ma insieme. Così si completò il significato del battesimo d’acqua e di
morte, in cui Gesù, per mezzo di Giovanni, fu battezzato sul Giordano.
Pace
e fede nel Signore