mercoledì 7 marzo 2012

AN SIT UBI SIT

AN SIT UBI SIT

(Se esiste, dove si trova)

Marzo 2012

Quante volte abbiamo detto: “Dov’è Dio?” Nessuno può saperlo e nemmeno abbiamo idea, dove potrebbe essere. Se sapessimo dove è Dio, sapremmo anche dove si troverebbe il Paradiso, cioè il suo Regno. Questo vincolo, però, non deve essere considerato un limite della conoscenza dell’uomo nei riguardi di Dio, ma una condizione evolutiva della nostra capacità spirituale per assimilare la maestosa luce di sapienza divina, che conosceremo a suo tempo. Sarebbe immaturo e rischioso se tutto lo splendore di Dio avvenisse in fase immediata. L’impatto con la realtà divina, per la differenza inimmaginabile che intercorre, non permetterebbe all’uomo di sopportarla.

Esodo 33:22 e mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una fenditura della roccia e ti coprirò con la mia mano, finché io sia passato.

E’ chiaro che il percorso della vita e della morte viene a essere compreso nella sua complessità, come fase necessaria per passare dallo stato contaminato di peccato a quello di santità che Gesù, per mezzo del suo sacrificio, l’ha reso possibile e gratuitamente ottenibile. Ecco che l’uomo, nel nuovo stato, con un corpo incorruttibile, vedrà Dio come Egli è. La domanda, An sit, però, si insinua per sapere se Egli esiste. Ecco che per vedere se Dio esiste, non abbiamo bisogno di aspettare un corpo nuovo e incorruttibile, ma basta vedere la natura in tutta la sua estensione e bellezza, ma non solo, ma anche il sole, le stelle e tutto l’universo.

Salmi 8:3 Quando considero i tuoi cieli, e che, sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte.

Già le Sacre Scritture lo affermano, e quando guardiamo la creazione, non possiamo che ammirare la realtà scaturita dalla Parola di Dio, che è Gesù. Quindi l’uomo, anche se peccatore, ha la facoltà di conoscere la realtà di Dio e usufruire della Sua realizzazione avvertendo l’evidenza della Sua esistenza, perché per fede lo percepisce.

Ma Dio è realtà manifesta, non solo nella materia che l’ha creata con la sua parola, ma anche e soprattutto nell’uomo che l’ha creato con le sue stesse mani e alla sua immagine. Ma sorge, però una condizione, affinché l’uomo possa conoscere la realtà di Dio, deve proseguire la via della salvezza, egli deve avere fede e avvicinarsi a Gesù. L’uomo, solo così può trovare la via dell’eterna esistenza se ha come guida, lo stesso suo Creatore, Dio, che è Santo e benedetto in eterno.

Trovato il senso della vita, comincia a sentire quello dello spirito, ma non prima dell’acquisita esperienza dell’esistenza che l’anima percepisce su questo mondo, che foggiata sarà pronta ad essere giudicata e collocata per il nuovo ciclo eterno.

Pace e fede nel Signore

domenica 15 gennaio 2012

ORIETUR IN TENEBRIS LUX TUA (Nascerà in mezzo all'oscurità la tua luce).


ORIETUR IN TENEBRIS LUX TUA
(Nascerà in mezzo all'oscurità la tua luce).



Alcuni illuminati e tra di loro, i premi Nobel, dopo avere acquisito il riconoscimento si sentono determinati a condurre un rapporto metafisico con la scienza e la natura per trarre un funzionale beneficio per tutti gli uomini. Il raggiungimento di una scoperta è stato la causa effetto per far nascere in loro un sentimento di responsabilità, diciamo superiore in interesse agli altri. Ma nella mozione deterrente del loro intimo pensano che l’ombra non sia meno importane della luce. Ecco che si apre un ferreo dibattito tra le tenebre e la luce. Senza andare a indagare trattati di erudita eloquenza o retroattiva visione classica, diciamo, che gli scienziati, sebbene ostacolati dall’ignoto, credono di avere i mezzi per esplorare i segreti che separano la luce dall’oscurità.
Matteo 5:16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli".
Leggendo questi versi, notiamo che non si riferiscono a nessuna opera di scienza, né di sforzo fisico o mentale per il raggiungimento di una sapienza intellettiva umana capace, di controllare il nostro stato di luce di fronte alle tenebre. Ma la luce cui si riferisce la massima (orietur in tenebris lux tua) altro non è che un’affermazione di un pensiero utilitaristico che recupera nella utopia una corrente culturale senza Dio, in modo da coinvolgere animi sinceri ad una concezione razionale della verità. Ma la vera luce che risplende in noi è da Dio perché solo da Lui viene, e in noi splende. E ‘un bagliore incomprensibile che può essere accecante o si esprime in buone opere, e si sviluppa in virtù e santità, attitudine per lodare e glorificare Iddio nel suo vero stato di sorgente di luce.
L’uomo non può produrre luce perché egli è stato creato dalla luce e quindi non può creare nulla. Egli è simile a una funzione matematica che tende a zero, mentre la luce che risplende in lui, è da Dio, la quale tende all’infinito.  Giovanni 12:46 Io sono venuto come luce per il mondo, affinché chiunque crede in me non resti nelle tenebre. Ecco la vera Luce. Oltre a proiettarsi, è venuta con Gesù a realizzare un legame eterno di amore, non solo a opporsi ma anche per salvarci dal vortice delle tenebre. Il credere in Gesù allora è come riflettere la sua luce sugli altri, è come offrire la grazia di Dio in premio per chi ci ascolta, perché nelle nostre parole ci sarà l’enfasi dell’amore e della fede, per superare e vincere e non soccombere, per tradurre il linguaggio di Dio in lingua umana, con comprensione, conforto e speranza di perdono.  Ascolta le Sacre Scritture e opera ciò che insegnano. Io l’ho fatto e sono sereno. La pace del Signore è in me. Fallo anche tu. 
Pace e fede nel Signore
Aforismi di g.d.

Ascoltare: Ascoltare la parola di Dio è un privilegio, leggerla è un onore, ubbidirla è salvezza. 

La luce: La luce rappresenta la positività dell’esistenza del creato e la fonte della forza motrice dell’universo; Dio è la sorgente ove nasce questa luce.

Il nulla: Se il nulla non fa parte della creazione di Dio, è certamente il mezzo che fu usato da Dio per fare tutte le cose; per questo esso è nell’ordine della mente di Dio e quindi, fa parte del tutto.  

 
 









Dr. Giuseppe Drago