Se il frumento è il
frutto fondamentale che Dio ha provveduto sulla terra, il frutto della vigna ha
un collegamento trascendentale, quanto mai importante, che l’uomo non riuscirà
a comprenderlo se non quando si pone in stretta comunicazione con lo Spirito di
Dio.
Questi due prodotti
della terra, sono richiamati da Gesù nel momento in cui spezza il pane che
rappresenterà il suo corpo trafitto e quando offre il vino, che raffigurerà il
suo sangue versato.
Nell’evolversi del
ministero divino, il Signore, almeno in una singolare occasione, ha nutrito nel
deserto il suo popolo con il vero frumento, la
manna, che data la sua natura divina, poco tempo resisteva in questo mondo
di peccato. Con questa stessa manna, l’uomo si nutrirà quando sarà accolto nel
Regno di Dio.
Salmi
78:25
L’uomo mangiò del pane degli Angeli; Egli mandò loro della vivanda a
sazietà.
L’uomo ha mangiato il
pan degli angeli, così in abbondanza che la copiosità della manna, riflette
l’abbondante produzione che vi è in Paradiso, insieme al vino. Infatti, l’uva è
frutto di questa terra, ma è anche prodotto del Regno di Dio, insieme alla “manna”.
Matteo
26:29 Or io vi dico, che da ora io non berrò più di questo frutto della
vigna, fino a quel giorno che io lo
berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio.
Il bere il vino in questa terra, è come
rinnovare la memoria del sangue di Gesù, versato per la salvezza del mondo e
poiché il vino continuerà a essere presente nel Regno divino, lo berremo con
Lui, alla sua gloria.
Il pane e vino, ci
ricorda anche, l’incontro di Abramo con il sacerdote Melchisedek, nel quale si
manifestò la volontà di Dio nel preannunziare il sacrificio di Gesù. Per questo
motivo Egli è stato considerato sulla terra, poco minor degli angeli, ma solo e
solamente per la liberazione dell’uomo.
Questo vino è anche
riferito alla profetica trasformazione dell’acqua in vino nelle nozze di Cana,
che altro non fu, la rappresentazione del suo sangue fuoriuscito dal suo corpo
per la salvezza di tutti.
Egli si fece, pane che viene dal cielo e vino divino,
come cibo purificatore il primo e lavacro spirituale il secondo, affinché
l’uomo potesse ricevere perdono. Così, in conformità al suo amore eterno, Dio
aggira la sua stessa Legge per recuperare l’uomo.
Si scopre, allora, la
grandezza e la profondità del suo bene messo in atto per non far cessare la sua
opera salvatrice, contro il tentativo vano delle tenebre che nulla producono e
niente sostengono, ma che saranno in eterno sconfitte e annichilite dalla
potenza di Dio e della sua Luce.
Il dono dell’amore è di Dio, che lo dà e
continuerà a farlo e che la nostra fede non ceda, anzi sia proiezione della sua
Parola nel nostro cuore.
Pace e fede nel Signore.
Aforismi di
g.d.
LA FELICITA
La felicità non dura
molto altrimenti sarebbe normalità, ma per quel poco l’uomo la ricorderà per
tutta la vita.
Il fiume portando l’acqua in mare appiana la terra, i terremoti la
modificano, la pioggia la fa fertile, ma l’uomo con mente evoluta, la
distrugge.
Lo specchio riflette la nostra immagine, quell’immagine rappresenta la
nostra anima uscita dal nostro corpo.
SAZZIAMI
Saziami con il tuo cibo, o Dio,
che mi renderà
ubidiente al tuo volere
e savio in questa vita.