Quando l’uomo
costruisce grandi opere, facendo riferimento ad una scala proporzionale di
statura, è da essere paragonato a Dio che ha creato l’universo o Dio, invece è,
diversamente dall’uomo, grande quando l’universo? In altre parole, Dio è come
l’uomo che costruisce grattacieli e Lui costruisce l’universo o Egli sia di
grandezza uguale all’universo avendolo creato alla sua stessa misura? Da questa
domanda, si può detrarre una congettura che porta ad ipotizzare una
corrispondenza costruttiva, infinita da un lato e minimale dall’altro, tra Dio
e l’uomo, essendo quest’ultimo in somiglianza di Dio. Diversamente, se Dio
fosse fisicamente grande quanto l’universo, sarebbe un Dio che non fosse capace
di creare un qualcosa più grande di Lui, di quanto faccia l’uomo nel costruire
una gigantesca opera. Bene. Questa conclusione logica, ma pur razionale, di
considerare Dio archetipo della capacità creatrice dell’uomo, inficia con la
rivelazione enunciata dalle Sacre Scritture che dicono che Dio è in ogni luogo.
Tuttavia, come si ipotizza, essendo Dio come statura più piccolo dell’universo,
Egli può facilmente essere e trovarsi in ogni luogo, essendo Egli Spirito.
Questa teoria desunta dalla natura spirituale di Dio e dalla sua
proporzionalità nei riguardi dell’universo, ci fa capire indirettamente e su un
diverso fronte, il detto di Gesù agli apostoli: Matteo 18:1 In quell'Ora i discepoli si accostarono a
Gesù e gli chiesero: Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli? Pur,
Gesù, riferendosi al carattere che bisogna avere, come quello dei piccoli
fanciulli e dell’umiltà, come minima personalità dell’uomo che deve avere per
entrare nel regno dei cieli, presenta, in certo qual modo, la struttura della
similitudine tra l’uomo come creatore delle grandi opere e Dio come creatore
dell’universo. Il fatto che Dio sia
stato presente al momento del battesimo di Gesù, evidenzia uno spostamento di
Dio, dal suo luogo ma anche, tra altri riferimenti, il fatto che nel regno Dio,
Gesù seduto nel suo trono accanto a quello di Dio, ci dice che le
proporzionalità di Dio, come persona, sono determinate. Quando Gesù afferma che
non è di questo mondo oppure dice che Egli va al Padre, si fa riferimento a
grandezze contenute nell’universo, tale che, lo stesso regno di Dio possa
essere contenuto in questo o in un altro universo, ma che pur esso è il luogo
in cui Dio vive, dando una enfasi che il regno è il suo dominio. Consideriamo
adesso, cosa possa significare il più grande del regno di Dio. Se, Gesù, parla
di umiltà e di sincerità di un piccolo fanciullo, certo è che il regno di Dio
sarebbe simile alla struttura organizzativa della nostra terra, essendo che Dio
ha dato la Legge all’uomo per governarsi e indirettamente conoscere il sistema
del suo regno, oltre che, il suo carattere. Se Gesù afferma che berrà il succo
dell’uva e quindi brinderà nel calice di vino, con noi, certo è che nel regno
di Dio deve esserci del vino e quindi il suo regno si ipotizza simile alla
terra. Da tutto quanto si è detto, si immagina probabilmente ma possibile, che
nel regno di Dio, i sentimenti incorruttibili, hanno fondamento sulla integrità
perfetta e inamovibile del nuovo sistema di vita eterno che andremo ad
esperimentare.
Pace fede nel
Signore