Suscita stupore e sconforto quello che
Gesù dice in riguardo al deporre la sua vita, perché il Padre lo ama. Giovanni
10:17 Per questo mi ama il Padre; perché
io depongo la mia vita per riprenderla poi. Questa inusuale circostanza ci
collega alla diversa esperienza che ha avuto Isacco, che trovandosi difronte alla
morte, nel silenzio, non ha reclamato il suo diritto all’esistenza, situazione
implicitamente correlata a quanto, invece, ha detto apertamente Gesù, io depongo la mia vita perché mio padre mi
ama. Come sarebbe sembrato agli
occhi degli uomini se ciò fosse stato pronunziato da Isacco? Sarebbe stata,
certamente, una decisione pazza e un atto di sacrificio umano inconcepibile.
Tuttavia, la promessa di Gesù di deporre la sua vita, lungi di sembrare
discontinua, alla luce della capacità concettuale umana sia di fatto che di significato,
non appartiene al concetto suicida dimostrativo di un uomo che sacrifica la propria
vita per l’amore ricevuto ma all’azione salvifica, che si è esplicata per il fine
di ostacolare la caduta dell’intera umanità alla morte. Gesù, a questo
proposito, si fa prima esecutore della volontà del Padre, offrendosi di
recuperare l’umanità e dopo si fa attore scendendo sulla terra per mettere in
atto l’opera della salvezza decisa, alla fonte, dal Padre e ciò non è stato
coronato, come alcuni suppongono, solo dal sacrificio umano di Gesù ma anche e
soprattutto da quello divino. Se ci riferiamo al significato di questa estrema
dimostrazione di sacrificio, Isacco non avrebbe potuto dire di deporre la sua
vita per amore di suo padre, ma nel silenzio, avrebbe subito una forzatura
divina sacrificale. Dove sta, allora, la differenza di logica tra l’umano e il
divino? Tralasciando la correlazione umana,
di cui, conosciamo i sentimenti conservatori che ognuno ha della propria
esistenza nel tenerla integra fino alla fine dei propri giorni, esaminiamo i
motivi della decisone sacrificale di Gesù che rispecchia ermeticamente la
logica divina e la volontà di redenzione del piano di Dio.
Come seconda
persona della Trinità, Gesù è parte di Dio e le sue decisioni unilaterali sono
coordinate con la volontà di Dio. Si pensi Gesù, Parola creatrice di tutto il
creato, che parla in funzione del comando del cervello Dio, già considerato
tale in altri riferimenti fatti sulla Trinità, essendo la natura divinità di
Dio, sovrapposta di tre persone, che al parlare tra di loro entità si esprimono
al plurale, facciamo l’uomo alla nostra
immagine. Sulla terra, Gesù in carne
è stato non la seconda persona ma il seme di Dio, il quale, è stato incarnato al
momento del primo sospiro da Gesù Parola, seconda Persona della Trinità, che al
momento del Battesimo, presieduto da Giovanni, ricevette anche lo Spirito di
Dio o uno dei sette spiriti di Dio, per il fatto che Dio parlò dalla nuvola
dicendo che Gesù era il suo prediletto Figliolo. Dopo la dipartita di Gesù
dalla terra è entrato in azione la terza persona di Dio, lo Spirito Santo, come
Consolatore. A questo punto è chiaro che Gesù rivela che nessuno gli toglierà
la vita. Giovanni 10:18 Nessuno me la
toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di
riprenderla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio. Su questo verso,
troviamo un’altra rivelazione. 1 Corinzi 15:4 che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le
Scritture…. Nel dire Gesù che da un lato depone e riprende la sua vita e
dall’altro lato è stato risuscitato,
ci immette a esaminare il rapporto misterioso di scambio che esiste nella
Trinità, per il fatto che Gesù si esprime in singolare, mentre, l’azione è
eseguita dal Padre. Ciò rivela la contemporaneità delle azioni concordate di
Dio, in cui, fanno parte alla Trinità, anche i sette spiriti di Dio. Si scopre,
così, in questo contesto, la natura relazionata della Trinità dipendente dalla
volontà di Dio, Persona Spirito.
Pace e fede nel
Signore
Aforismi di g.d.
Deporre la vita: contro
volontà deponiamo la nostra vita, ma in spirito l’affidiamo totalmente a Dio.