mercoledì 4 febbraio 2015

LA CORDICELLA




            Quante volte diciamo Signore togli tutto ciò che non è buono della mia vita. Questa supplica deve però, avere dei presupposti che permettono a Dio di operare perché altrimenti resta solo un’esclamazione di parole che si vanifica nell’aria. Bisogna che la richiesta sia veramente conforme alla volontà e che sia reale e persistente nel tempo.  Necessaria è, in sostanza, una buona conversione e una volontaria disciplina sopportata da una continua intenzione di cambiare, assumendo tutte le conseguenze limitative contro la facile apprensione del vizio e della superficialità delle stime. 
A tutto questo, sarà necessario aggiungere una preghiera di umiltà e sottomissione a Dio, una lode che lo gratifica per quello che Egli è, il Signore dei Signori e il tre volte Santo. Non è altro che la preparazione spirituale ad accogliere Gesù nel nostro cuore. Egli, allora, entrerà nel nostro tempio e con una cordicella caccerà tutti i mali che ci affliggono.
Giovanni 2:15 Ed egli, fatta una sferza di cordicelle, li cacciò tutti fuor del tempio, insieme co’ buoi, e le pecore; e sparse la moneta de’ cambiatori, e riversò le tavole.
Quando conosciamo questo momento per il quale Gesù ha effettivamente tolto tutte le insidie nascoste nel nostro cuore?  Bisogna che prima acquisiamo nel tempo una concezione spirituale delle cose. Tutto ciò che vediamo e pensiamo deve farci sentire che noi siamo differenti per cui lo spirito nuovo con certezza ci evidenzia la differenza tra le cose mondane e quelle divine, e non solo, che il nostro cuore preferisca quelle di Dio. Dobbiamo, quindi, arrivare a sentire quasi una riluttanza di tutto ciò che si fa nel mondo che non è concorde a quello comandato da Dio.

Questo sarà il sintomo di un vero cambiamento interiore che ci fa acquistare la sensibilità di sentire Gesù dentro la nostra vita. Avverrà un cambiamento che non ci riconosciamo più, dicendo fra noi stessi, che non son più io che vivo, ma Cristo è che vive in me.

La cordicella è il segnale che ci addolora perché nel buttare via i vizi dalla nostra vita, la presenza di Gesù quasi ci dispiace, ma sappiamo che è bene perché avvertiamo il premio della vita eterna. Solo nella vecchiaia comprenderemo che il tempio che conserviamo non appartiene a noi ma a Dio, perché non custodiamo il nostro cuore ma la sua vita che si proietta in noi.

Non è poca cosa gustare questo privilegio e solo chi ha un’alta sensibilità di sentimento e di virtù trascendentale può percepire il proprio rapporto con Dio. Con la nostra conversione possiamo aprire la possibilità a tutti affinché tutti possano essere gratificati spiritualmente a ricevere la grazia e il dono della vita eterna. Preghiamo che il Signore liberi il nostro cuore con la sua cordicella e se lo fa, saremo certi che apparterremo a Lui.       
Pace e fede nel Signore