Quali riferimenti possiamo cogliere, se
pur difficilmente ottenibili, dal fatto che Gesù, il Figlio di Dio, sarebbe
entrato in Sion montando un’asina? Dobbiamo intendere l’evento come Gesù che entra
a possedere la città di Sion con dimostrazione di umiltà o quella di intravedere
la sua potenza nascosta? Sia l’una ipotesi che l’altra espongono l’immagine del
Re di gloria che entra con onore nella sua città ma anche e soprattutto conquista,
non solo Gerusalemme ma l’intero mondo e persuade gli uomini della potenza di
Dio, tramite Gesù. Come l’asina, sottomessa,
portò dentro Gerusalemme il Re dei re, così la chiesa avrebbe portato il giogo
di Cristo per il raggiungimento dello scopo della buona novella. Gesù lo
avrebbe reso leggero e virtuoso per quelli desiderosi di entrare nel regno di
Dio. Cosa potrebbe significare, allora, il puledro se non la chiesa rinnovata di
oggi che segue l’esempio e la virtù della chiesa madre? Non è stato certo un
caso che Gesù è entrato in Gerusalemme montando un’asina e se, da un lato si
gridava al Re dei giudei ed altri lo deridevano per la sua umile apparenza, dobbiamo
dire che proprio quella, svergognava i potenti ed ancor di più, i sapienti
sacerdoti che indottrinavano a proprio interesse. Gesù è nato in una grotta,
non perché povero e incapace di prevedere per se stesso ma perché è il potente,
capace di provvedere per tutti sino per colui che si trovi al più basso stato
dell’essere. Egli avrebbe potuto cavalcare un cavalo ed entrare trionfante come
si addice a un re, ma se il cavalcare un’asina volle significare anche il
sacrificio di essersi abbassato al livello umano, Gesù, ha raggiunto lo scopo
per salvare il mondo che nessun uomo ne è stato mai capace. Tuttavia, sarà al
suo ritorno che cavalcherà un cavallo bianco per sbalordire gli increduli e gli
apostati. Apocalisse 19:11 Poi vidi il
cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si
chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia.
Ricordando che fu detto, in Giovanni 19:10, dal console romano Pilato, in
qualità di giudice, che aveva il potere di dare e togliere la vita, in realtà,
il vero giudice gli stava proprio davanti e se Gesù, non disse alcuna cosa pur è
uscita una virtù di conoscenza e di perdono dalla sua persona che ha investito Pilato,
il quale, senza accorgersi pronunziò l’innocenza di Cristo, in Matteo 27:24 Pilato, vedendo che non otteneva nulla, ….
dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi. Il
giusto, veritiero e fedele, che nella sua realtà divina, di fronte al console
romano, mostrò l’amore personificato di Dio, al suo ritorno cavalcherà un
cavallo bianco, emblema universale di vittoria e di conquista del modo intero.
Da quel momento in poi, coloro che lo hanno disprezzato si piegheranno fino a
terra senza avere il coraggio di alzare la testa né di avanzare alcuna giustificazione. L’asina, guidata da Gesù, ha marcato la via affinché
entrasse in Gerusalemme il cavallo bianco, cavalcato dal Re dei re e Signore
dei signori. E se il puledro, seguiva silenzioso e mansueto la via tracciata
dall’asina, così noi, futura chiesa dobbiamo, imperativamente, seguire la
chiesa madre e non discostarci da lei per rinnovarci o seguire altre vie o altre
tendenze. Dio, le darà, allora, una corona per la sua fedeltà e ubbidienza, in
attesa del ritorno di Gesù, che è la via, la verità e la vita. La chiesa di
oggi, come il puledro, deve avere il vigore di seguire la via della madre che
porta il Capo della chiesa nella Santa Gerusalemme che scende dal cielo.
Pace e fede nel
Signore