sabato 21 marzo 2015

IL TRIBUTO A CESARE




Il tributo, è un problema antico nato dall’interesse di uno non per speculare sul bene altrui ma per esigenza organizzativa.  La necessità di avere un sicuro domani ha spinto l’uomo a creare delle riserve in cibo e in valore economico. Il problema del tributo si aggravò quando crescendo la popolazione, fu necessario incrementare le riserve, ciò fece scattare la corsa disonesta del più forte e l’incremento dell’ipocrisia ad accaparrarsi l’eccedenza.

Cesare, nelle sue conquiste come tutti i dominatori, chiedeva più del dovuto, ma in opposizione il popolo, invece, voleva che il suo non subisse detrimento. Questo problema di difficile soluzione gli fu posto maliziosamente a Gesù: Luca 20:21 E’ egli lecito di pagare il tributo a Cesare, o no? 23 Ed egli, avvedutosi della loro astuzia, disse loro: Perché mi tentate?

Questa risposta, perché voi mi tentate?  racchiude una implicita risposta negativa, per il fatto che Dio è il padrone del mondo e nulla deve l’uomo ad un altro uomo se non per motivi necessari di collaborazione societaria. E questo già era in esistenza ai tempi del profeta Samuele che il popolo dava la decima al sacerdote e tutto era sotto controllo di Dio perché Egli stesso avrebbe punito il sacerdote se questi si fosse semmai approfittato, come avvenne con i figli del sacerdote Eli. Poiché gli uomini hanno scelto un re, sono anche nate le diversità che hanno portato alla corruzione e forse ci condurranno alla fame. A questo, Gesù, vedendo che la domanda fu contaminata da vizio, scelse la posizione mediana lasciando l’uomo ristagnare nella sua ipocrisia e nel suo dubbio.  

Luca 20:25 Ed egli disse loro: Rendete adunque a Cesare le cose di Cesare, e a Dio le cose di Dio. Certamente non era questa la risposta che Gesù avrebbe voluto dare, ma era quella, di offrire a Dio tutto ciò che è di Dio, punto. Non è stata, quindi, una risposta di cognizione ma di rimprovero che non ha esaudito, per nulla, quello che viziosamente il popolo voleva sapere ma che lasciò notare, la riluttanza di Gesù perché la risposta sarebbe stata scomoda per l’uomo stesso.

Se ne deduce che, il sistema economico oggi è alla deriva perché l’uomo voltando le spalle a Dio ha preferito pagare il re. Ecco Dio dice non potete servire a Dio e a mammona. Oggi, purtroppo, paghiamo al re e preghiamo a Dio.
Eppure, può essere rimediata la cosa e se togliamo l’ipocrisia e la corruzione dal nostro cuore, forse Dio ci perdonerà, ma subito perché comincia a essere tardi. Il Signore è stanco di sentire parole e promesse, l’uomo ancora non è maturato per essere idoneo a Dio, la sua mente viepiù si racchiude e l’orizzonte della verità viepiù si allontana. E’ necessario solo un intervento di Dio per sanare l’uomo, divenuto piccolo dalla sua iniziale grande statura.   
Pace e fede nel Signore


mercoledì 18 marzo 2015

COME UNA COLOMBA




In alcuni passi nelle Sacre Scritture la parola “simile” significa che l’oggetto avrebbe tutte le caratteristiche del riferimento della cosa ma in realtà la sua natura è diversa.
Per esempio, Esodo 24:17 E l’aspetto della gloria del Signore era simile a un fuoco consumante, in su la sommità del monte. Mosè vedeva il fuoco simile a quello che brucia, ma la Gloria di Dio che si manifestava con prodigio non era il fuoco che conosciamo.

Nel caso della colomba, in nessuna occasione è specificato che Dio si sia trasformato in un animale, eccetto che in Luca 3:22 ….e lo Spirito Santo scese sopra di lui, in forma corporale, a guisa di colomba; e venne una voce dal cielo, dicendo ecc.  La tradizione cristiana raffigura quest’avvenimento come la comparsa reale di una colomba. Era veramente una colomba o si trattò invece di forma corporea dello Spirito di Dio che si adagiò come la colomba, con tutto il suo corpo dentro Gesù?

Sappiamo che la Spirito di Dio è verità e in questo caso l’identificazione della colomba sarebbe stata diversa di quello che Egli è mentre sarebbe dovuto essere scritto, Gesù vide una colomba che era lo Spirito Santo che si adagiò. Invece Egli vide lo Spirito Santo per quello che è.  

Altrimenti, dovremmo credere che Dio si fosse trasformato in un animale. E’ possibile che Dio avrebbe ridotto la sua persona? Secondo me, Dio è Dio e non ha bisogno di trasformarsi in che sia.
Qual è il rapporto che leggiamo nelle Sacre Scritture sulla colomba? Essa è menzionata addirittura in Osea 7:11 Ed Efraim è stato come una colomba scempia, senza senno; han chiamato l’Egitto, sono andati in Assiria.
Avrebbe Dio permesso, nella sua Parola che la colomba fosse derisa da un profeta se veramente si fosse trasformato in una colomba? Credo proprio di no.  

Il fatto che in Luca è scritto che lo Spirito scese in forma corporale chiarisce, a mio avviso, che non si tratta del corpo di un animale, perché non avrebbe avuto senso dichiarare corporale, bastava dire in forma di colomba o sotto forma di colomba, ma, invece, nella movenza che lo Spirito di Dio discese con il muoversi delle ali, si pose corporalmente sulle spalle di Gesù come avrebbe fatto una colomba. Lo Spirito Santo, scendendo in forma corporale s’infuse in Gesù, come detto sopra.
Non è raro notare che: Matteo 22:29 Ma Gesù, rispondendo, disse loro: Voi errate, non intendendo le Scritture, né la potenza di Dio. Tuttavia non è facile risolvere questo dubbio, solo Dio lo sa, ognuno può intenderlo nell’uno o nell’altro modo ma credo che il nostro cuore sta più in pace pensare Dio è grande e potente e controlla tutto l’universo e ancora di più.  
Non è importante pensare se lo Spirito di Dio sia sceso corporalmente simile a una colomba o sotto forma di una colomba. Il punto importante è che in noi vi sia una certezza della sua potenza.
Pace e fede nel Signore  



lunedì 2 marzo 2015

STANCHI E DISPERSI



Si afferma che tutti i sistemi di governo non soddisfano le esigenze del popolo, per cui non è difficile dare un’opinione negativa per il loro continuo fallimento sul sistema in cui hanno fondato le civiltà. Sebbene la scienza abbia raggiunto livelli inimmaginabili, non possiamo dire altrettanto per il raggiungimento della pace o della serenità che dovremmo godere in questo mondo. Quello che abbiamo intrapreso, allora, è un percorso obbligatorio o una facoltà dell’uomo che gradisce la via tortuosa?
Vedendo la nostra terra dal pianeta Marte, grande quanto un seme di sesamo, sembra assurdo sapere che i suoi abitanti siano in continua guerra tra di loro senza accorgersene di quanto è spoglia la posizione del mondo in mezzo all’universo. Il fatto è che dopo il peccato originale, nell’uomo è cambiata la mentalità per cui ora egli è guidato da un intelletto razionale che altro non è, che un surrogato della luce.    
A questa caduta dell’uomo Dio ha dato una possibilità di scelta, in Gesuè 8:34 di benedizioni e maledizioni, lasciando che le seconde ci conducano a percorrere una vita disperata fino alla fine, mentre le benedizioni sappiamo tutti che ci portano alla vita eterna.
 Con questi presupposti, l’umanità stanca e dispersa, sente il bisogno di avvicinarsi a Dio perché, in assoluto, è l’unico a trasformare la maledizione in salvezza.
Matteo 9:36 E, vedendo le turbe, n’ebbe compassione, perciocché erano stanchi e dispersi, a guisa di pecore che non hanno pastore.
La compassione di Gesù è l’unica a darci forza e speranza per superare quest’ostacolo, così i discepoli, riconoscendo questo rapporto pur stanchi e dispersi proclamano il suo amore a tutti gli uomini della terra. Dio da loro cibo e se pur stanchi e dispersi non fa mancare la sua custodia come il pastore fa con le sue pecore.  

 Proclamando l’amore di Gesù produce un cambiamento radicale nel cuore e la visione occulta della verità sarà aperta al rinnovamento di un’esistenza capace di avvertire sicurezza e forza di aspettanza, per il lieto incontro con Dio. L’uomo finalmente capirà che le guerre non sono altro che utopia e detrimento per l’animo, che ci distolgono dal vero fine cui l’umanità è diretta. Isaia 2:4  Ed egli farà giudicii fra le genti, ………..delle loro spade fabbricheranno zappe, e delle lor lance falci; una nazione non alzerà più la spada contro all’altra nazione, e non impareranno più la guerra.

Così tutto quello che è stato, non sarà più, perché gli uomini capiranno che oltre ad essere simili sono anche fratelli per vivere, e non per morire. Non siamo allora dispersi ma ritrovati, non siamo abbandonati ma tutelati, non siamo dimenticati ma amati. Questa è la promessa di Dio su cui si fonda l’intero sistema delle leggi universali di cui noi ne facciamo parte integrante.
Pace e fede nel Signore.