mercoledì 6 dicembre 2017

IL REGNO DI DIO



Giovanni 16:28 Proprio così, ero col Padre e da lui sono venuto nel mondo. Ora partirò dal mondo, per ritornare al Padre. Sebbene Gesù abbia detto che dal Padre è venuto sulla terra prima di ritornare al Padre, non ha dato nessuno indizio dove si trovasse il regno di Dio. Nell’universo l’uomo si sente perduto, poiché non riesce a collegare la realtà di Gesù con la sua logica razionale quando osserva l’universo. Il fatto che Gesù attraversava i muri, camminava sul mare o si spostava da un luogo all’altro, annullando le leggi fisiche di questo mondo, invoglia l’uomo a scoprire l’invisibile regno di Dio. Così, incomincia a ipotizzare l’universo comparando la conoscenza scientifica con le Sacre Scritture. Da questo studio, si domanda, dove starebbe Dio, essendo scritto che la terra è lo scannello dei suoi piedi? Secondo la ipotetica teoria delle stringhe, sarebbe Egli, dentro o fuori il nostro universo? Tuttavia, quando Gesù, in Giovanni 14, dice che sta andando a preparare il luogo, sarebbe da ipotizzare che il regno divino starebbe non lontano dalla terra e comunque dentro questo universo. Vedendo, poi, la santa Gerusalemme, composta da dodici stadie cubica che scende dal cielo, ci si accorge che essa è diversa dai corpi celesti sferici fino a ora conosciuti. Questa struttura cubica è la prova della diversa forma dei corpi componenti il regno di Dio, proveniente da un altro universo? Non sappiamo. Certamente, una correlazione deve esistere, tra la città santa che scende dal cielo e il terzo cielo ove Paolo è arrivato, identificato come il Paradiso. Collegando questa rivelazione dell’apostolo Paolo e quella che Gesù fece al ladrone, che quel giorno stesso sarebbe stato con lui in Paradiso, si ipotizza che il regno di Dio, potrebbe essere tra di noi, occultato in una diversa dimensione. Il regno di Dio che possa essere della stessa specie del nostro mondo, lo si immagina leggendo lo scritto, che quando saremo a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe, Gesù berrà il vino insieme a noi. Se quel luogo produrrebbe del vino, Dio abiterebbe nel nostro universo e il suo regno sarebbe simile alla terra e l’universo, anche il suo dominio.
Si suppone, anche che, oltre questo universo ci sarebbe il nulla. Esso è lo stesso di cui Dio ha creato ogni cosa. Giovanni 1:3 Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta. Il nulla, così, si può immaginare come il pensiero di riposo di Dio, dato che Dio si riposò dopo aver creato ogni cosa. Esso sarebbe l’attimo prima di pensare qualcosa, quando il pensiero è a riposo, identificato come il non pensare, per cui, sarebbe la fase senza spazio e senza tempo. Giovanni 8:23 Ed egli disse loro: Voi siete di quaggiù, mentre io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Questi versi ci portano a pensare che il regno di Dio starebbe sopra di noi, io son di lassù. La teoria delle dimensioni invisibili suppone che un altro pianeta potrebbe essere sopra la terra, e la collocazione sarebbe come quando noi vediamo noi stessi allo specchio. Concludendo, secondo questa ardita ipotesi, Dio è uno, l’universo è il suo regno e la sua casa è la terra nascosta sopra la nostra. I segni che noi vediamo fisici atmosferici o nel grano, sono segni che partono dalla realtà di Dio, essendo così meravigliosi come le parole ineffabili che ha ascoltato Paolo al terzo cielo. 
Pace e fede nel Signore 


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venerdì 1 dicembre 2017

IL GIOGO




Tutto ciò che l’uomo è costretto fare, rappresenta una restrizione della sua libertà e prende il nome di obbligo. La libertà, tuttavia, non è intesa come il fine del vivere perfetto né del raggiungimento della felicità, ma dell’ottenimento di una condizione di vita, dalle tante, una che possa essere assunta dall’essere. Questa naturale prospettiva, pone dei problemi interpretativi e di adeguamento. Sul primo punto, la mente si sforza di trovare un proprio sistema che si adatta alla natura circostante al mutare del tempo, il secondo punto condiziona il pensiero a elaborare una forma empirica di sistema esistenziale che, in effetti, non regge quando si confronta con la realtà, essendo che la libertà è stata costituita su una base ideologica.
I filosofi, riconoscendo questa insufficienza di adeguamento tra il progetto e l’attuazione, hanno cercato di intuire sistemi simili di autonomia che si differenziano tra di loro nel merito dell’oggetto. Tutte queste componenti filosofiche hanno condotto la società al raggiungimento della libertà odierna, che adotta una forma speculatrice per trarre il massimo bene dalla natura, senza spreco di forze. Questo concetto realistico, alla fine, ha fatto sorgere un più spreco di mezzi e un incremento di obblighi, che stanno portando al fallimento il sistema preposto di libertà.    
Matteo 11:29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Matteo 11:30 Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!
In definitiva la prospettiva più eccelsa di libertà è quella offerta da Gesù, che pur l’uomo teorizzandola pura e senza obblighi, in realtà, anch’essa è sottoposta a regole, essendo che la libertà senza precetti, agognata dalla presente generazione, si ridurrebbe ad essere uguale a quella della giungla, ove il più forte signoreggerebbe su tutti.
Il proposito dettato da Gesù, che pone come condizione la “gioia” richiamata nel verso, lascia in dubbio il pensiero. Come può esistere un giogo che possa produrre, oltre all’obbligo, la gioia?  Se il peso è leggero, per deduzione, anche il giogo deve esserlo. Ma come possiamo intendere il fatto che produca, gioia?
Se il giogo della vita terrena è insostenibile, quello leggero di Gesù, che offre una migliore posizione di esistenza, sarebbe il raggiungimento inaspettato di una miglior vita, difronte al fallimento dell’uomo di non essere stato capace di trovare una libertà pura.  Ecco che da questo vantaggio, il cuore sarà gioioso per due ragioni sia per la nuova posizione della libertà divina sia perché l’uomo servirà Gesù che ha liberato l’umanità dall’obbligo ingiusto. In questo modo, prende corpo ciò che è la libertà trascendentale posta oltre il limite del pensiero, quando il cuore cambierà direzione e seguirà definitivamente il divino, abbandonando il materiale.
La libertà, quella offerta da Gesù, ci rende mansueti e umili, proprio per acquistare sulla terra, il carattere del saggio uomo di Dio che supera ogni intelligenza fondata sulla ragione. A questo punto è necessaria la convinzione della propria insufficienza per trovare la libertà proposta da Gesù. Quando Gesù disse date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che appartiene a Dio, ha esposto la differenza tra le cose terrene e quelle divine, per cui, la libertà che intende Gesù è diversa e non ha nessun punto in comune con quella terrena.  
Pace e fede nel Signore