venerdì 1 dicembre 2017

IL GIOGO




Tutto ciò che l’uomo è costretto fare, rappresenta una restrizione della sua libertà e prende il nome di obbligo. La libertà, tuttavia, non è intesa come il fine del vivere perfetto né del raggiungimento della felicità, ma dell’ottenimento di una condizione di vita, dalle tante, una che possa essere assunta dall’essere. Questa naturale prospettiva, pone dei problemi interpretativi e di adeguamento. Sul primo punto, la mente si sforza di trovare un proprio sistema che si adatta alla natura circostante al mutare del tempo, il secondo punto condiziona il pensiero a elaborare una forma empirica di sistema esistenziale che, in effetti, non regge quando si confronta con la realtà, essendo che la libertà è stata costituita su una base ideologica.
I filosofi, riconoscendo questa insufficienza di adeguamento tra il progetto e l’attuazione, hanno cercato di intuire sistemi simili di autonomia che si differenziano tra di loro nel merito dell’oggetto. Tutte queste componenti filosofiche hanno condotto la società al raggiungimento della libertà odierna, che adotta una forma speculatrice per trarre il massimo bene dalla natura, senza spreco di forze. Questo concetto realistico, alla fine, ha fatto sorgere un più spreco di mezzi e un incremento di obblighi, che stanno portando al fallimento il sistema preposto di libertà.    
Matteo 11:29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Matteo 11:30 Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!
In definitiva la prospettiva più eccelsa di libertà è quella offerta da Gesù, che pur l’uomo teorizzandola pura e senza obblighi, in realtà, anch’essa è sottoposta a regole, essendo che la libertà senza precetti, agognata dalla presente generazione, si ridurrebbe ad essere uguale a quella della giungla, ove il più forte signoreggerebbe su tutti.
Il proposito dettato da Gesù, che pone come condizione la “gioia” richiamata nel verso, lascia in dubbio il pensiero. Come può esistere un giogo che possa produrre, oltre all’obbligo, la gioia?  Se il peso è leggero, per deduzione, anche il giogo deve esserlo. Ma come possiamo intendere il fatto che produca, gioia?
Se il giogo della vita terrena è insostenibile, quello leggero di Gesù, che offre una migliore posizione di esistenza, sarebbe il raggiungimento inaspettato di una miglior vita, difronte al fallimento dell’uomo di non essere stato capace di trovare una libertà pura.  Ecco che da questo vantaggio, il cuore sarà gioioso per due ragioni sia per la nuova posizione della libertà divina sia perché l’uomo servirà Gesù che ha liberato l’umanità dall’obbligo ingiusto. In questo modo, prende corpo ciò che è la libertà trascendentale posta oltre il limite del pensiero, quando il cuore cambierà direzione e seguirà definitivamente il divino, abbandonando il materiale.
La libertà, quella offerta da Gesù, ci rende mansueti e umili, proprio per acquistare sulla terra, il carattere del saggio uomo di Dio che supera ogni intelligenza fondata sulla ragione. A questo punto è necessaria la convinzione della propria insufficienza per trovare la libertà proposta da Gesù. Quando Gesù disse date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che appartiene a Dio, ha esposto la differenza tra le cose terrene e quelle divine, per cui, la libertà che intende Gesù è diversa e non ha nessun punto in comune con quella terrena.  
Pace e fede nel Signore


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