lunedì 28 marzo 2022

IL CASO DI ZACCARIA MUTO

        

                            Questo argomento narra l’annunzio di un lieto evento, che per la sua incredulità, Zaccaria, riceve una pena dall’angelo Gabriele che lo rende muto per un lasso di tempo, Luca 1:20 Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo. Considerando per prima cosa il mutismo come fattore oggettivo, ci accorgiamo che la stessa condizione di mutismo è avvenuta a un uomo colpito dal demonio. Luca 11:14 Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. E’ chiaro che in questo verso si parla di un uomo nel quale si era incarnato uno spirito di satana che lo rese muto e che Gesù al solo comando lo liberò. Il problema che cerchiamo di capire, a primo esame, ci porta ad affrontare un problema di non facile spiegazione, per il fatto che, nei due casi vi è come comune denominatore il mutismo che è stato fatto scadere dall’angelo Gabriele nei riguardi di Zaccaria e da satana nei riguardi di un uomo. Chiediamo al Signore che ci illumini a comprenderne la differenza. Avendo riflettuto sul caso in oggetto, vediamo che i mutismi dei due personaggi presentano una diversità di motivazione rilevante: il primo: il mutismo di Zaccaria è stato causato dall’Angelo Gabriele che, come altri angeli, sta al cospetto di Dio ed è stato mandato a portare il lieto annunzio. Il riferimento, come altri angeli, ci dice che al cospetto di Dio, oltre Gabriele, stanno altri angeli, di cui, Gabriele fu scelto per questa missione. In questo caso, la pena è stata data per punizione, avendo Zaccaria espresso incredulità su quando gli era stato riferito dall’Angelo, rimanendo il sacerdote in perfette condizioni fisiche. L’altro caso, in cui, satana immise in quell’uomo uno spirito di mutismo, essendo di provenienza diabolica, causò uno squilibrio di esistenza sul corpo e nella mente. Consideriamo, ora, la persona tra Zaccaria, che per una ingenua domanda dubbiosa abbia ricevuto una pena di mutismo, mentre, nel caso di Sara moglie di Abramo che espresse oltre il dubbio un sorriso di incredulità, non abbia ricevuto alcuna pena. Genesi 17:13 Ma il Signore disse ad Abramo: Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? Vediamo che il tema di Sara e di Zaccaria era lo stesso, quello che riguardava il lieto evento, per cui, Zaccaria fu penalizzato da mutismo mentre Sara ne fu risparmiata. Tuttavia, in questo paragone, dobbiamo osservare che se da Zaccaria chi parlò fu l’Angelo Gabriele, per il caso di Sara fu Dio stesso a parlare, in questo frangente, l’Angelo di Dio. Nel caso si afferma che, se vi sono dei giudizi diversi per i due aventi, il motivo risiede nella persona dei due personaggi. Per Sara vi sono due condizioni: la prima, che chi ha dato il giudizio non era un angelo ma era l’Angelo del Signore, considerato Dio e quindi può agire come vuole, tuttavia, a Sara si può dare una giustificazione di avere agito in buona fede, essendo donna non legata alla completa conoscenza di Dio, mentre nel caso di Zaccaria, oltre che a giudicarlo fu l’angelo Gabriele, che non aveva spazio discrezionale, il sacerdote avrebbe dovuto conoscere la legge di Dio e il modo di mantenere la promessa in silenzio, come segreto professionale che nel dubitare non lo ha fatto. consideriamo ora, la questione di avere accusato Gesù di essere di Belzebù: Luca 11:19 Ma se io scaccio i demoni in nome di Belzebù, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20 Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Se uno appartenente al regno di Belzebù, non avrebbe dovuto contrastare la decisione dell’altro demone che nel caso avendo Gesù contrastato il demonio, non poteva mai appartenere al regno di Belzebù. Così, dimostrò che i loro discepoli che scacciavano i demoni erano sottomessi a Belzebù e i demoni erano i loro giudici, essendo che, non riuscivano a vedere la differenza della santità in Gesù operare i miracoli in accordanza dell’amore di Dio.

Pace e fede nel Signore

 

 

 

NESSUN PRODIGIO

 

         Marco 10:52 E Gesù gli disse: Va’, la tua fede ti ha salvato. E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. E’ un problema capire se l’evento del prodigio pronunziato da Gesù, la tua fede ti ha salvato, nei confronti di una persona sia unilaterale, cioè, se sia o meno necessaria la collaborazione di fede di chi chiede il beneficio divino. Diciamo che, essendovi in Gesù lo Spirito della Parola, Egli, non ha bisogno di nessuna collaborazione da chi riceve il prodigio, perché Egli è il Creatore. Una prova della sua divina preesistenza come Creatore, l’abbiamo visto quando affermò che prima che Davide fosse nato, Egli era. Luca 20:44 Davide, dunque lo chiama Signore; perciò, come può essere suo figlio? Se Gesù, può fare prodigi in ogni tempo e in qualsiasi situazione, come mai a Nazareth, Marco 6:5 E non vi poté operare nessun prodigio? Questo è un problema. Tuttavia, in quello specifico caso ma anche in altre situazioni, sappiamo che Gesù bussa alla porta del cuore dell’uomo e se egli lo apre Gesù si manifesterà in lui. E’ da concludere che il suo popolo, avendo posto una forte resistenza non ricevette il miracolo. Ma quali potrebbero essere i motivi della non operatività di Gesù ad eseguire il prodigio? Se pensiamo che la sua gente lo aveva visto crescere come il figlio di Giuseppe, il carpentiere, potrebbe essere giustificato il fatto che difficilmente potevano accettare che Gesù potesse fare, tutto in un colpo, prodigi divini. Ricordandoci che Gesù disse a Maria, in occasione delle nozze di Cana, che la sua ora non era ancora arrivata, la sua gente aveva ancora assistito a tali prodigi. Ecco che rimase perplessa rimanendo legata più la mondo reale che accettare l’evento divino come prodotto da Gesù. Se è vera questa ipotesi, dobbiamo anche dire che, in un modo o nell’altro, la sua gente aveva sentito pur parlare di Gesù e dei suoi miracoli e del suo ministero e dei suoi apostoli, dopo le nozze di Cana. Quindi la loro indisponibilità a non credere fu di origine odiosa e in mala fede. Ecco che Gesù, non si adoperò più di tanto a dimostrare il suo potere salvifico, anzi, si lamentò della loro freddezza ed incredulità. Per cui, si suppone che se il miracolo lo poteva fare, Gesù lo fermò perché considerò che la sua gente non era degna. Degno, invece, considerò il comportamento di alcuni malati, lì vicino, che nel bisogno di essere guariti, nel silenzio, accrebbero la loro fede in Gesù ed Egli li esaudì imponendo loro le mani. Da questo, possiamo dire che il bisogno di essere liberati da fatti irreparabili e delle malattie aprono il cuore dell’uomo alla sottomissione a Dio e quindi l’accrescimento della fede il Lui, condizione necessaria per ricevere la benedizione. A questa condizione di ricevere la grazia, alcuni dicono: perché Dio non opera oggi con gli stessi prodigi di allora? Si possono evidenziare a nostro parere, due situazioni: una, se dovesse avvenire il miracolo l’uomo è talmente coinvolto con la scienza che presto dirà che è stato un caso o un evento naturale, l’altro è da considerare che oggi, l’umanità è talmente colma di peccato che per arrivare a capire di avere ricevuto un miracolo occorre una seria e profonda fede verso Dio o aspettare un lungo tempo per riceverlo, sempre se Dio lo decide di farlo. Ricordiamoci che l’amore di Dio è per tutti coloro che lo amano. Per quelli che non lo conoscono o non lo amano, sono sottoposti a pene e sofferenze che, se pur le stesse di quelli che lo amano, pagheranno come è vero che la terra e il cielo passeranno ma le sue parole non passeranno.

Pace e fede nel Signore

sabato 19 marzo 2022

ABBIAMO UN ALTRO RE

 

         L’evento del giudizio di condanna su Gesù, sommariamente svoltosi in un tribunale romano, capeggiato da Pilato è stato sempre oggetto di grande critica e commozione per il grande errore commesso dalle autorità religiose prima e civili dopo, sulla persona divina del Salvatore, per il fatto che, in quel giudizio si è svolto il dibattimento più assurdo e contraddittorio di tutti i tempi. Infatti, da un lato, vi è stata la grave accusa religiosa da parte dei sacerdoti formulata con il reato di blasfemia per essersi Gesù assunto il titolo di Figlio di Dio, mentre, l’accusa civile fu quella che i romani considerarono la proclamazione di Gesù di essere il re dei Giudei, come usurpatore del potere di Cesare in Palestina. Se la seconda accusa nei confronti di Cesare poteva essere sottovalutata per la poca rilevanza del caso, grave rilievo ebbe l’accusa contro Gesù di essersi proclamato Figlio di Dio, per il fatto che, essa era collegata alla religione dei giudei e i romani non volevano sfavorirli sulla questione del loro credo. Per il secondo riferimento, quello di essersi Gesù dichiarato re dei Giudei, Giovanni 19:1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. Questa fu una punizione rubricata nel diritto penale romano che prima della crocefissione, il reo sarebbe stato discreditato. Tuttavia, nel pensiero di Pilato non essendoci una chiara convinzione di colpa meritevole di crocifissione, disse: Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa. A questa morbida decisione di Pilato i sacerdoti accrebbero l’accusa gridando: Crocifiggilo, crocifiggilo! Ma su quale prova si avrebbero riferiti i sacerdoti sul fatto che Gesù poteva essere un impostore se fu annunziato a Maria come Figlio di Dio e molte volte in varie circostanze fu riconosciuto dai demoni incarnati negli uomini? Matteo 8:29 Cominciarono a gridare: Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci? E’ chiaro che i sacerdoti, dalle testimonianze avute dalle spie, pur sapendo la verità dell’origine divina di Gesù, per la loro ipocrisia, non l’ascoltarono. Non andando oltre l’esaminazione del dibattimento sommario influenzato dai sacerdoti, quello che interessa evidenziare, in questo contesto, è il rapporto del comportamento dei sacerdoti di oggi rispetto a quelli che condannarono Gesù: Giovanni 19:15  Risposero i sommi sacerdoti: Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare. Questa frase esprime con chiarezza la disinvoltura di avere rinnegato Dio e annullato il loro stesso ordine sacerdotale ed anche indirettamente hanno ridotto a zero la loro credibilità nei confronti dell’Impero Romano.  Diciamo che, in quel momento i sacerdoti si sono politicizzati. E’ da dire, oggi, che quella esperienza distorta e rinnegatrice verso Dio, dei sacerdoti giudei, non avrebbe dovuto fare scuola ai sacerdoti di oggi? Tuttavia, a noi sembra che, vi è più, i sacerdoti dei nostri tempi si interessano ai rapporti con lo stato e alle relazioni internazionali che verso i veri bisogni del popolo sofferente, trattato un po’, diciamo, iniquamente. Così, la loro predica ha un fumus di coerenza congiunturale politico, piuttosto che spirituale. Come dire, si accodano per necessità o per opportuna circostanza ad un altro re invece che a Dio, che è il Re dei re. Così, tutto persiste come prima.

Pace e fede mel Signore     

 

mercoledì 9 marzo 2022

L’ASCESA AL CIELO DI GESU’

 

         L’ascensione è un argomento difficile da capire e soprattutto da commentare, essendo che, narra l’avverarsi di un avvenimento soprannaturale che contrasta la legge terrena della fisica. Tuttavia, con l’aiuto del Signore, tentiamo di avvicinarci a quelle ipotesi che si avvicinano alla verità divina.  Incominciamo a dire che, sebbene, la narrazione sull’ascensione di Gesù manchi nel vangelo di Giovanni, pur si intravede che l’evento è sottointeso, essendo che, Giovanni lo abbia lasciato come compito di essere annunziato dagli anziani apostoli. Il verso, a cui, ci riferiamo si trova in Giovanni: 21:23 Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?  Qui è espressa l’azione della dipartita di Gesù come esplicitamente fosse già conosciuta dagli apostoli, per il fatto che Gesù sarebbe tornato, quindi, implica la dipartita già annunziata nel capitolo 14, ove, Gesù disse che sarebbe andato a preparare il posto. Non ci soffermiamo a confrontare la narrazione dell’ascensione dei diversi evangeli, ma che crediamo che sia più opportuno e rispettoso parlare del significato che essa assume per la fede in Cristo nostro Salvatore.  L’ascensione prende corpo già nel momento, in cui, Gesù è nato. La stella, i doni offerti dai Magi, l’angelo che avverte i pastori, sono avvenimenti trascendentali e reali dimostranti che Gesù avrebbe avuto un collegamento col cielo, anzi, la stella che lo ha annunziato mostrò che l’origine di Gesù non avrebbe appartenuto alla terra. Come conferma, l’ascensione lo fa salire al cielo come fatto normale di una funzionalità divina. Al completamento dell’ascesa Gesù entrò nella dimensione divina non sopportata dalla vista umana. In quel momento, gli angeli lo accorsero abbassando le loro teste per fare entrare il Re di gloria, vincitore della morte. L’ascesa segna lo spazio neutro tra la terra e il cielo ma anche rappresenta il fiume Giordano celeste che tutti dobbiamo attraversare per accedere al regno di Dio. I due regni, quello terrestre e quello divino si osculano se Dio si manifesta all’uomo e si disgiunge quando Dio giudica il mondo, vale a dire, che Dio si pone nel tribulane divino come giudice distaccandosi stando al di sopra del mondo. L’ascensione diventa, in questo caso, corridoio di giudizio per chi deve essere giudicato ed esperienza trascendentale per i santi. Gesù, nel salire ha marcato la via del cielo che è il luogo della trasformazione verso la incorruttibilità, ove, l’uomo come il tizzone scampato al fuoco sarà salvato e acquisterà la sua vera natura divina. L’ascensione è l’ultimo viaggio che fa l’uomo ove sentirà la modifica della sua esistenza che, dopo aver conosciuto Gesù, berrà l’acqua eterna della vita. L’ascensione sarà l’anello conduttore della trasformazione dell’uomo in angelo, essendo che, saremo come gli angeli, con un bagaglio costituito di conoscenza superiore.  In riguardo all’ascesa di Gesù in cielo come uomo di carne e sangue, ci si domanda se ciò contraddice la Scrittura: 1 Corinzi 15:50 Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità. Su questo, dobbiamo ricordare che Gesù è il secondo Adamo e la primizia della incorruttibilità, condizione necessaria e sufficiente per accedere nel regno di Dio, oltre che Gesù è il Figlio di Dio. L’incorruttibilità sarà acquisita nel momento del ritorno di Gesù, ove, prima risorgeranno i morti in Cristo, dopo i viventi saranno trasformati in corpo incorruttibile. Non sappiamo, tuttavia, che tipo di corpo avremo, Dio lo sa. La incorruttibilità del corpo umano non può essere associata o essere simile a quella del corpo di Gesù nel momento della sua ascesa, essendo che, se Egli è salito in carne, scenderà anche in carne per il fatto che deve tornare per regnare sulla terra per mille anni sulla terra. Da questo non conosciamo, alla fine, quale sia il vero corpo incorruttibile che Dio ci darà.

Pace e fede nel Signore