sabato 19 marzo 2022

ABBIAMO UN ALTRO RE

 

         L’evento del giudizio di condanna su Gesù, sommariamente svoltosi in un tribunale romano, capeggiato da Pilato è stato sempre oggetto di grande critica e commozione per il grande errore commesso dalle autorità religiose prima e civili dopo, sulla persona divina del Salvatore, per il fatto che, in quel giudizio si è svolto il dibattimento più assurdo e contraddittorio di tutti i tempi. Infatti, da un lato, vi è stata la grave accusa religiosa da parte dei sacerdoti formulata con il reato di blasfemia per essersi Gesù assunto il titolo di Figlio di Dio, mentre, l’accusa civile fu quella che i romani considerarono la proclamazione di Gesù di essere il re dei Giudei, come usurpatore del potere di Cesare in Palestina. Se la seconda accusa nei confronti di Cesare poteva essere sottovalutata per la poca rilevanza del caso, grave rilievo ebbe l’accusa contro Gesù di essersi proclamato Figlio di Dio, per il fatto che, essa era collegata alla religione dei giudei e i romani non volevano sfavorirli sulla questione del loro credo. Per il secondo riferimento, quello di essersi Gesù dichiarato re dei Giudei, Giovanni 19:1 Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. Questa fu una punizione rubricata nel diritto penale romano che prima della crocefissione, il reo sarebbe stato discreditato. Tuttavia, nel pensiero di Pilato non essendoci una chiara convinzione di colpa meritevole di crocifissione, disse: Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa. A questa morbida decisione di Pilato i sacerdoti accrebbero l’accusa gridando: Crocifiggilo, crocifiggilo! Ma su quale prova si avrebbero riferiti i sacerdoti sul fatto che Gesù poteva essere un impostore se fu annunziato a Maria come Figlio di Dio e molte volte in varie circostanze fu riconosciuto dai demoni incarnati negli uomini? Matteo 8:29 Cominciarono a gridare: Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci? E’ chiaro che i sacerdoti, dalle testimonianze avute dalle spie, pur sapendo la verità dell’origine divina di Gesù, per la loro ipocrisia, non l’ascoltarono. Non andando oltre l’esaminazione del dibattimento sommario influenzato dai sacerdoti, quello che interessa evidenziare, in questo contesto, è il rapporto del comportamento dei sacerdoti di oggi rispetto a quelli che condannarono Gesù: Giovanni 19:15  Risposero i sommi sacerdoti: Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare. Questa frase esprime con chiarezza la disinvoltura di avere rinnegato Dio e annullato il loro stesso ordine sacerdotale ed anche indirettamente hanno ridotto a zero la loro credibilità nei confronti dell’Impero Romano.  Diciamo che, in quel momento i sacerdoti si sono politicizzati. E’ da dire, oggi, che quella esperienza distorta e rinnegatrice verso Dio, dei sacerdoti giudei, non avrebbe dovuto fare scuola ai sacerdoti di oggi? Tuttavia, a noi sembra che, vi è più, i sacerdoti dei nostri tempi si interessano ai rapporti con lo stato e alle relazioni internazionali che verso i veri bisogni del popolo sofferente, trattato un po’, diciamo, iniquamente. Così, la loro predica ha un fumus di coerenza congiunturale politico, piuttosto che spirituale. Come dire, si accodano per necessità o per opportuna circostanza ad un altro re invece che a Dio, che è il Re dei re. Così, tutto persiste come prima.

Pace e fede mel Signore     

 

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