Sulla vicenda del diritto di lapidare una donna eseguita dagli Scribi non si riesce a determinare un bilanciamento di pena simile se l’azione di adulterio fosse riferita al nostro sistema legale che diversamente lo attribuisce al divorzio, mentre Gesù in quella circostanza lo ha definito splendidamente in modo divino. Nella frase dedotta da: Giovanni 8:11 Ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va' e non peccare più, si vengono a prospettare due giudizi uno conforme a quello che ha ordinato Mosè per la durezza del cuore degli uomini, la lapidazione nel caso di adulterio, l’altro giudizio sempre sull’adulterio valutato con compassione di Gesù valutando la debolezza degli uomini. Essendo l’uomo non in grado di stimare un giudizio di sentimento correttamente se non quello di affidarsi alle prove e alla fragranza di reato, non è all’altezza di valutare l’evento dell’adulterio facendo ricorso al sentimento, essendo che, nel trovasi coinvolto in un adulterio chiunque potrebbe perdere l’autodeterminazione del suo istinto. Questo istinto naturale, necessario per la procreazione, stabilito da Dio ab origine, avvolte, sfugge di mano all’uomo e alla donna e per causa di quella trasgressione, in quel tempo si subiva la lapidazione. Quello che vogliamo considerare in questo contesto è il comportamento di Gesù che trovandosi di fronte alla domanda lecita degli Scribi, come avrebbe giudicato il caso? Vediamo che Gesù ha obliterato il giudizio di condanna della lapidazione prima col perdono e poi, ha chiesto alla donna la promessa del patto di rinuncia incondizionato a quel peccato. Per questo Egli scrive col dito a terra come per evidenziare il contratto che avrebbe richiesto alla donna e all’uomo quando avrebbero accettato la totale rinunzia a non commettere più quel peccato. Da Questo procedimento sembra che stiamo conoscendo un sistema divino di giudizio che a prima battuta Dio perdona il peccato ma subito dopo offre un contratto indissolubile al perdonato, che se, dovesse sembrare un facile ottenimento di annullamento del reato, non lo è, perché si chiede la trasformazione radicale della persona per quella promessa. Infatti, Maria Magdalena, avendo capito l’atteggiamento di Gesù con lo scrivere nella sabbia, considerò seria la richiesta della promessa. Da quel momento decise completamente di bonificare la sua vita, divenendo una serva del Signore fino alla fine. Gli Scribi, invece, avendo avuto rimorso sulla risposta di Gesù, lasciarono cadere le pietre. Tuttavia, non avendo capito il motivo dello scrivere di Gesù non osarono replicare su cosa stesse scrivendo. Ed ancora non replicarono a Gesù il perché avesse perdonato l’adultera. Tuttavia, è da dire che anche loro erano adulteri se non nei fatti, sicuramente nei loro cuori. Le pietre che stavano buttando per l’lapidare la donna altro non furono che i loro vizi che tenevano nascosti e col lasciarli cadere credevano che avrebbero buttati i loro peccati. Così facendo sarebbero stati liberi e purificati mentre il loro cuore rimaneva sporco. Questa è l’ipocrisia dell’uomo che ha ereditato da satana, fin dal Giardino dell’Eden, che finirà quando Gesù tornerà su questa terra. Tutto sarà posto in uno stato felice con grande gioia dell’uomo. Allora, Gesù ci dirà: neppure io ti condanno. Nel regno suo sulla terra, il contratto scritto col dito da Gesù non sarà più necessario perché la luce di Dio regnerà su di noi.
Pace e fede nel Signore
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