sabato 19 febbraio 2022

LA GLORIA CHE AVEVO PRESSO DI TE

 

         Sono misteriose le parole di Gesù in conformità di uno sfondo di preghiera che mostra la straordinaria relazione famigliare con Dio Padre.  E’ in questa preghiera che scopriamo, in parte, Gesù uomo e Gesù Parola.  Le sue espressioni sono strettamente legate al rapporto della personalità divina della Parola fusa nella persona di Gesù, uomo. Giovanni 17:2 Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Dio ha dato potere sulla terra a Gesù, nello stesso istante dal primo vagito di vita, ove, Gesù fu infuso dalla Parola fatta carne. Così, Gesù riconosce e sente nel suo intimo di essere Figlio di Dio e straordinariamente ode la Parola che lo guida. Per questo, spesso, in certi discorsi Gesù usa il plurale, noi. E lo ricordiamo, per esempio, quando parla con Nicodemo. Ma come è possibile che Gesù, possa avere dentro di se lo Spirito della Parola e misteriosamente lo Spirito di Dio, pur essendo che Dio, secondo quando si apprende, sta sempre nel suo Trono. Ricordando che Gesù non conosce l’ultimo giorno ma lo sa solo Dio, se ne deduce che Gesù dovrebbe avere ricevuto solamente parte dello Spirito di Dio. Qualcuno a questo si chiede, essendoci in Gesù la Parola, seconda Persona della Trinità, non avrebbe potuto sapere dell’ultimo giorno? La risposta, riteniamo che sia, no, per il fatto che, se consideriamo la parola in termini umani, essa sarebbe la bocca che parla se il cervello trasmette, cioè, sarebbe come uno strumento che proclama il pensiero di Dio, quindi, per questa ipotesi, Gesù, non può sapere l’ultimo giorno.  Giovanni 17:5 E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. E’ chiaro che qui Gesù uomo parla personalizzato nella Parola, cioè, di quella doppia parola noi, usa quella della seconda Parola della Trinità, essendo che, il colloquio è diretto con Dio Padre. Tutto il discorso, cioè, la preghiera prende corpo dalla bocca di Gesù uomo e dalla voce della Parola. Consideriamo, ora, la frase seguente: Giovanni 17:8 perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Qui è Gesù uomo che parla che dichiara specificatamente che ha ricevuto le parole da Dio, quindi, dalla Parola che, come li ha ricevute, così li ha trasmessi agli apostoli, ai discepoli e a tutti. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi abbia mandato. Uscito da te, vale a dire, che Gesù fu annunziato a Maria come nascita del Figlio di Dio. Ecco perché Gesù è unico in assoluto, divino sulla terra con poteri di scacciare anche i demoni infusi nell’essere dell’uomo. Essi hanno paura di Lui e gli ubbidiscono perché sottomessi. Giovanni 17:13 Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Attenzione, la parola io vengo te, non significa che io parlo a te, ma vuol dire movimento, cioè, Gesù va dal Padre. Infatti, è sottointeso il momento della resurrezione. Gesù sa di oltrepassare la morte sulla croce e che al terzo giorno Dio lo risusciterà. E’ molto difficile, capire come Gesù possa essere contemporaneamente Uomo e Parola, infatti, Gesù dice che se non credete alle mie parole, credete ai miracoli che faccio per mezzo della potenza del Padre mio. Ricordandoci, che la terra è lo scannello di Dio e che Gesù è risorto e ritornerà consideriamo le cose divine oltre il confine del potere umano che Dio non ci lascerà soli in questo pianeta che sembra correre senza meta e senza età, ma che contiene il segreto del ministero del Creatore.

Pace e fede nel Signore     

 

 

 

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