giovedì 9 luglio 2020

PERCHE' L'UOMO GIUDICO' GESU' ?


        Una domanda che molti fanno è: perché Gesù, seconda Persona della Trinità, sceso sulla terra per salvare l’umanità, dopo avere insegnato nel Tempio le vie del Signore e istruito Nicodemo di cose altamente divine e, non per ultimo, ha giudicato la meretrice che stava per essere lapidata, alla fine del suo ministero possa essere stato giudicato, condannato e ucciso dall’uomo? Se Dio ha discusso con Abramo con linguaggio e sentimento umano, considerandolo amico, come può l’uomo comprendere il suo coinvolgimento a condannare Gesù? Bisogna dire, che se l’uomo avesse riconosciuto l’errore che stava commettendo uccidendo Gesù, il Figlio di Dio, avrebbe compreso il ministerio di Dio e se avesse compreso quest’ultimo, nel Giardino dell’Eden, non sarebbe caduto in peccato. Se da un lato si capisce che tutto è nelle mani di Dio, non si comprende il motivo della sua opera. Solo dai fatti possiamo dire che l’uomo è stato strumento di esecuzione di un progetto salvifico universale, di cui, Dio ha condannato la creatura per essere salvata dal suo amore per uno scopo che sta fuori da questo mondo. L’uomo è diventato, suo malgrado, giudice ed esecutore di un progetto divino che per ottenere la salvezza, ha dovuto uccidere un divino. Così, l’uomo si trova a disubbidire Dio nel Giardino ed è divenuto carnefice nel Golgota per riconoscere quando grande sia l‘amore di Dio da un lato e dall’altro quanto grave sia stato il suo errore di avere giudicato il Divino senza essere giudice. Il suo giudizio è stato tenebroso come la notte, nella quale, l’uomo non ha saputo vedere Dio né le sue opere. Cosa potrebbe dire l’uomo per giustificare il suo errore? Non può affermare nulla, essendo che, Gesù non ha fatto alcun dibattimento in sua difesa, lascando all’uomo la decisione sui fatti e i miracoli eseguiti, che sono state le prove più vere di quanto l’uomo avrebbe potuto dire. L’uomo ha parlato con menzogna per condannare Gesù il Giusto. Ma questa menzogna l’uomo cerca di coprirla con un balsamo di pentimento: Romani 3:7 Ma se per la mia menzogna la verità di Dio risplende per sua gloria, perché dunque sono ancora giudicato come peccatore? In questi versi, si nota una certa ipocrisia ed una insistenza giustificativa. Vero è che per la nostra menzogna risplende di più la gloria di Dio ma errore sarebbe mettere a nudo la debolezza e la fallacità dell’uomo per giustificare la richiesta del perdono.  In quel giudizio umano contro il divino l’uomo, per la sua netta debolezza e limitata visione di pensiero è stato oggetto esecutore di operare un giudizio mortale a Gesù in carne ma mai fu a Gesù Parola. Chiaro è che la creatura è diventata per un attimo cieca per non avere visto la grazia di Dio e temeraria per non avere considerato la potenza delle opere di Gesù Figlio di Dio sulla terra.  Se l’uomo si dovesse dare gloria, ricordiamo che gloria non ha, anzi l’uomo ha mostrato la sua completa cecità in un momento in cui doveva vedere la presenza di Dio. L’uomo, dicendo di conoscere le vie della ragionevolezza, non è nel vero e se poi implora il perdono di Dio è uno stolto. Tuttavia, se alla colpevolezza dell’uomo possa essere attribuita una scusante, Dio, l’ha già data con la salvezza ma ora resta necessaria una profonda consapevolezza di riconoscere il grande dono universale ricevuto. Ecco la discriminante che ci fa favore di fronte al giudizio di Gesù, che questa volta è Lui solo a giudicare e condannare l’uomo e il mondo. Dobbiamo ora cercare di capire il perché Dio ha permesso all’uomo di giudicare Gesù, suo unico diletto Figlio anziché salvare l’umanità solo con un comando della Parola. Diciamo che Dio è immutabile nelle sue promesse e in virtù di tale principio, le condanne date ad Eva e a Adamo sono da interpretarle perpetue, cioè a tempo indeterminato finché esiste l’uomo sulla terra. Per annullare la condanna perpetua il sacrificio umano non sarebbe stato sufficiente ma era necessario un sacrificio divino per abolire una legge eterna. Così Dio ha mandato Gesù per suburre il sacrifico ai fini di annullare la morte. Ne deriva che, essendo Gesù, in carne, il giudice, per determinatezza è stato un uomo. Questo è quanto con azzardo si possa comprendere dei motivi della discesa di Gesù sulla terra. Ma se alcuni facessero la domanda, come mai, Dio, che sa ogni cosa non ha preveduto che accadesse il peccato dell’uomo? Secondo alcuni studiosi, l’uomo nel conoscere il bene e il male, doveva anche conoscere gli effetti del male, cioè, la conseguenza della condanna di morte. Egli non l’avrebbe mai compresa senza l’esempio di Cristo.   

Pace e fede nel Signore

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