domenica 23 novembre 2025

IL SIGNORE CI CHIAMA PER NOME

 


La nostra identità è rappresentata dal nome e da un cognome che indicano la nostra appartenenza ad uno rango di famiglia o di casato.  Sta il fatto che nessuno dei due appellativi sono stati scelti da noi, tuttavia, nella vita ci sentiamo fortemente legati ad essi che ci piaccia o no, almeno che, si faccia richiesta alle autorità, ove, il giudice decreta il nuovo cognome e nome da noi scelto.  Questo sistema non coincide con il sistema identificativo con il quale Dio ci chiama per nome: Isaia 45:3 …   io sono il Signore che ti chiama per nome, Modo diverso da quello che l’uomo ci identifica con due appellativi o soprannomi, con il cognome originario dato dall’uomo e il nome scelto dai genitori. Il problema nasce dal fatto che con i cognomi non sappiamo a quale delle dodici tribù di Israele apparteniamo, mentre solo Dio conosce la nostra appartenenza. Da questo, il nome che i genitori ci hanno dato non è stato scelto da loro ma è stato ispirato da Dio, essendo che, Egli ci chiama per il nome che abbiamo ricevuto e non con il cognome.  Solo il nostro nome che, secondo il volere di Dio, è stato collegato alla tribù di appartenenza, Egli, lo usa solo in questo mondo. Infatti, il nostro nome, che viene identificato da Dio all’appartenenza di una tribù di Israele, prima di andare nei cieli verrà cambiato da Gesù: Apocalisse 2:17 A chi vince io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve.  Perché avremo un nuovo nome? Quando risorgeremo con un corpo incorruttibile sarà come una nuova nascita, per la quale, Gesù ci darà il nuovo nome della tribù del cielo, di cui, apparterremo e per essere identificati quando: Apocalisse 22:4 vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome scritto sulla fronte. Sarà un cambiamento totale della nostra esistenza nei cieli, per la quale, il nostro nome sarà motivo d’orgoglio di essere stati scelti pe la nuova vita a servire Gesù che ha dato la sua vita in sacrificio per noi. Quando Dio ci chiamerà col nuovo nome, anche se pensiamo che vi saranno nomi uguali, noi sapremo che tra quelli Egli sta chiamando noi, essendo che, la sua voce fa vibrare il nostro cuore con la sua affabile voce e con il suo immenso amore.  Avverrà, che Dio e Padre di noi tutti viventi eterni, ci conforterà e se i ricordi terreni ci dovessero procurarci dolore, Egli, asciugherà le nostre lacrime e ci farà vedere la gioia della vita eterna e della gloria raggiunta, superiore a quella terrena. Della nostra identità terrena resterà solo memoria ma la ricorderemo, poiché, con essa abbiamo vissuto sulla terra e conosciuto Dio e Gesù, suo Figlio diletto e salvatore del mondo e perché con Lui vivremo. Di quello che sappiamo, che il nuovo nome non dovrebbe essere molto diverso da quello che abbiamo, ricordando ché, il nome di Sarai, Dio la cambiò in Sara e quello di Abramo lo cambiò in Abraamo, ma può essere totalmente diverso, come quello di Giacobbe che lo chiamò Israele.

Pace e fede nel Signore 

lunedì 10 novembre 2025

CHE COSA E’ LA MORTE

 


Una domanda che non vorremmo sentire né di discutere, essendo che, solo a pensarne ci mette paura ed angoscia. Tuttavia, è un evento che fa parte della nostra vita ed è talmente importante che Gesù stesso ne parla esplicitamente nell’ Apocalisse 1:18 Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades. C’è voluto tutto un ministerio perché Gesù pronunciasse questa frase. Detto questo, facciamo alcune considerazioni sulla morte che è obbligatoria per tutta l’umanità. In riguardo alla procreazione che Dio parlò ad Abraamo. Genesi 17...il suo nome sarà, invece, Sara. 16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni. Dimostrazione, che sebbene Dio abbia benedetto Sara, lei e tutta l’umanità non è esente dalla morte. Se pensiamo, con certezza, che Dio può ogni cosa, dobbiamo ricordare che Dio stesso si è trovato davanti la maledizione che diede ad Adamo ed Eva. Se la prima coppia poteva non conoscere la morte, dopo il peccato Dio, ha permesso che la morte avrebbe dovuto fare il suo corso in questo mondo. Quindi l’uomo per la pena ricevuta ha un fine materiale che non può esimersi. Quando la Scrittura dice” O morte dov’è il tuo dardo” è riferito alla morte nei confronti dell’uomo e non da essere considerata efficace per il regno di Dio, essendo che, in esso regna solo la vita eterna. Tuttavia, sulla terra Dio ha fatto delle eccezioni nei riguardi di Enoc, Elia e Mosè e ha permesso ad altri di arrivare nei cieli, come il ladrone e come Paolo. Questo rivela che Dio solo può modificare il suo progetto o il percorso dei tempi e buttare la morte nello stagno. Ma perché la morte è stato uno strumento necessario per il ministerio di Dio? Essa è necessaria, prima di tutto, per la purificazione dalla carne già corrotta per essere idonea ad essere rivestita per lo stato divino, che è incorruttibile. Certo che se essa è stata progettata a priori da Dio, deve essere stata una condizione necessaria per il suo ministerio.  Il punto da considerare sarebbe a nostro giudizio, riferibile alla creazione. Se Dio ha posto la luce nelle tenebre che erano già esistenti, vale a dire che l’uomo conosciuto il bene e il male, ha bisogno dal suo stato carnale, di essere trasformato per accedere alla luce, purezza della santità, tramite la disgregazione del suo corpo e il rivestimento di un nuovo corpo incorruttibile. Quindi, la morte, sarebbe lo strumento separatore tra i due stati d’esistenza, che da un lato distrugge la carne corrotta e poi consegna l’anima per essere rivestita dal corpo incorruttibile ricreato da Dio. Così, mentre l’uomo guarda la fine della sua vita come termine esistenziale, per Dio è solo il passaggio da uno stato materiale a quello virtuoso eterno di gloria. La nostra fine sarà solo un ricordo, una esperienza dolorosa ma che ci dona la conoscenza del bene e del male per potere giudicare gli angeli.  Tuttavia, la morte non sarà del tutto distrutta ma imprigionata con satana e le tenebre, nello stagno di fuoco. Incomprensibile questa soluzione che lascia sgomento e incertezza del futuro, nel pensare cosa sia la vita in questa terra se non un passaggio per altri fini sconosciuti.

Pace e fede nel Signore

lunedì 6 ottobre 2025

PERCHE' CREDERE IN GESU'

 


La domanda, perché credere in Gesù, coinvolge una complessità di risposte tratte dalle Sacre Scritture, che spesso non soddisfano l’uomo mondano, essendo che, egli avendo la percezione della realtà materiale, esige una manifestazione reale di fatto, cioè, Dio si dovrebbe manifestare al suo comando o per lo meno, vedere operare Dio nella sua realtà. A questo punto si presentano due problemi: da un lato l’uomo materiale che è dominato dal tempo e dalla morte e dall’altro Dio, incommensurabile Spirito eterno, come luce creativa universale. Se l’uomo non dovesse comprendere che la materia è nata dallo Spirito, un trauma colpirebbe la visione della sua esistenza che gli farebbe perdere definitamente la realtà di Dio. Da questo conseguirebbe che l’uomo guarderebbe sé stesso come creatore di un miraggio restando parte complementare dell’universo in cui vive.  Quello che Gesù ha fatto è correggere la ideologia del concreto, mostrando all’uomo la realtà eterna di Dio oltre il limite materiale. La comprensione che l’uomo deve raggiungere è la conoscenza della sua origine che non è la carne ma è quello che sta dentro, che è legato allo spirito. Se l’uomo non conosce la sensazione del momento della sua nascita né quella della sua morte, come può concludere di conoscere il materiale che è strettamente legato allo spirito? Se Gesù ha predetto ogni cosa dimostra che Egli è straordinariamente congiunto allo spirito come anello di rivelazione della verità. Infatti, Egli, è stato la verità vivente personificata in terra che l’uomo ha ucciso. Essendo l’uomo cieco non può essere mai colui che guida, poiché ha bisogno lo spirito per guardare oltre. Se non fosse stato cieco avrebbe potuto accreditarsi l’appellativo di creatore ma questo potere è dello spirito che non conosce la morte. Resta solo una opportunità, che l’uomo riconosca di essere bisognoso dello spirito di Dio per risolvere il suo mistero di esistenza terrena per avvaloratasi quello eterno di gloria. Ecco perché bisogna credere in Gesù, essendo il solo che ci apre la via della conoscenza del mistero della nostra vita e affrancarci nell’eterno vivere. Quando pensiamo che con la morte non esiste più nulla è una concezione pagana, essendo che, annulliamo che Dio ci ha creati in questo mondo, non per nulla ma per un fine glorioso.   

Pace e fede nel Signore