lunedì 6 ottobre 2025

PERCHE' CREDERE IN GESU'

 


La domanda, perché credere in Gesù, coinvolge una complessità di risposte tratte dalle Sacre Scritture, che spesso non soddisfano l’uomo mondano, essendo che, egli avendo la percezione della realtà materiale, esige una manifestazione reale di fatto, cioè, Dio si dovrebbe manifestare al suo comando o per lo meno, vedere operare Dio nella sua realtà. A questo punto si presentano due problemi: da un lato l’uomo materiale che è dominato dal tempo e dalla morte e dall’altro Dio, incommensurabile Spirito eterno, come luce creativa universale. Se l’uomo non dovesse comprendere che la materia è nata dallo Spirito, un trauma colpirebbe la visione della sua esistenza che gli farebbe perdere definitamente la realtà di Dio. Da questo conseguirebbe che l’uomo guarderebbe sé stesso come creatore di un miraggio restando parte complementare dell’universo in cui vive.  Quello che Gesù ha fatto è correggere la ideologia del concreto, mostrando all’uomo la realtà eterna di Dio oltre il limite materiale. La comprensione che l’uomo deve raggiungere è la conoscenza della sua origine che non è la carne ma è quello che sta dentro, che è legato allo spirito. Se l’uomo non conosce la sensazione del momento della sua nascita né quella della sua morte, come può concludere di conoscere il materiale che è strettamente legato allo spirito? Se Gesù ha predetto ogni cosa dimostra che Egli è straordinariamente congiunto allo spirito come anello di rivelazione della verità. Infatti, Egli, è stato la verità vivente personificata in terra che l’uomo ha ucciso. Essendo l’uomo cieco non può essere mai colui che guida, poiché ha bisogno lo spirito per guardare oltre. Se non fosse stato cieco avrebbe potuto accreditarsi l’appellativo di creatore ma questo potere è dello spirito che non conosce la morte. Resta solo una opportunità, che l’uomo riconosca di essere bisognoso dello spirito di Dio per risolvere il suo mistero di esistenza terrena per avvaloratasi quello eterno di gloria. Ecco perché bisogna credere in Gesù, essendo il solo che ci apre la via della conoscenza del mistero della nostra vita e affrancarci nell’eterno vivere. Quando pensiamo che con la morte non esiste più nulla è una concezione pagana, essendo che, annulliamo che Dio ci ha creati in questo mondo, non per nulla ma per un fine glorioso.   

Pace e fede nel Signore 


giovedì 18 settembre 2025

PIETRO RIMPROVERA GESU’

 


Alla domanda che Gesù fece agli apostoli chi pensassero che fosse, Pietro si fece avanti ad esprimere il suo giudizio: Tu sei il Cristo di Dio e Gesù gli rispose: Matteo 16:17 Gesù, replicando, gli disse: Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli. Questa frase per l’eccellente verità espressa da Pietro, soddisfò Gesù, che con senso di approvazione rivelò che non l’uomo né la sua fede abbiano concepito il valore della presenza di Gesù sulla terra come Figlio di Dio, ma Pietro fu beato per assumere la posizione di ambasciatore del segreto divino agli uomini, privilegio che fu nominato beato collegandolo alla missione di Cristo come angelo del cielo. Ma come è stato possibile che nella più eccelsa beatitudine, perimetrata dallo scudo divino, satana abbia avuto modo di modificare ciò che era sublime e profetico agli occhi degli angeli e degli uomini. Il primo anomalo comportamento coinvolge Pietro nel chiamane da parte Gesù con il proposito di rimproverarlo esperimento una buona azione di alto sentimento collaborativo e di altruismo che ebbe tuttavia, una efficacia quanto mai disastrosa per lui.  Matteo 16:22 Pietro, trattolo da parte, cominciò a rimproverarlo, dicendo: Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai». 23 Ma egli, voltatosi, disse a Pietro: Vattene via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, fu la risposta che annichilì tutta la beatitudine offerta con benedizione da Gesù all’apostolo, di cui, aveva dato le chiavi della chiesa. Pietro divenne in poco tempo strumento di tenebra che pur pronunziando amore, avrebbe impedito il sacrificio di Gesù, esclamando “Dio non voglia”. Nessuno mai si era permesso nei Testamenti vecchio e nuovo di rimproverare Dio o Gesù, essendo che il rimprovero proviene dalla parte dal chi sta un gradino sopra, mentre chi sta un gradino sotto può al massimo lamentarsi ma mai rimproverare Gesù o Dio, sarebbe una blasfemia a Dio, essendo che solo Lui, in assoluto è tre volte Santo. In questo caso, Gesù si adirò talmente che escluse Pietro dalla responsabilità perché ingenuo ma investi con forza della sua parola satana che gli disse: Vai via satana! Pietro si sentì quasi per miracolo, non offeso, ma estranio a quella esclamazione tonante, come se fosse venuta da oltre il cielo e che non avesse nulla a che fare con lui. Il fatto che Pietro non replicò non si pensi che avessi avuto un senso di colpa ma avvertì per certo che Gesù parlò con entità divina, per questo, il suo amore per Gesù fu immutato. L’unica volta che l’uomo si è permesso di rimproverare Gesù è stato in questo caso, per il quale, Gesù, rispose acerbamente contro satana e non contro l’uomo. Come si è detto sopra, Dio è tre volte santo non come numero di volte, altrimenti sarebbe riduttivo essendo Dio infinito anche nella sua santità, ma per il fatto che si riferisce al santo il Padre, santo il Figlio e santo allo Spirito Santo.

Pace e fede nel Signore