Una domanda che non vorremmo sentire né di discutere, essendo che, solo a pensarne ci mette paura ed angoscia. Tuttavia, è un evento che fa parte della nostra vita ed è talmente importante che Gesù stesso ne parla esplicitamente nell’ Apocalisse 1:18 Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades. C’è voluto tutto un ministerio perché Gesù pronunciasse questa frase. Detto questo, facciamo alcune considerazioni sulla morte che è obbligatoria per tutta l’umanità. In riguardo alla procreazione che Dio parlò ad Abraamo. Genesi 17...il suo nome sarà, invece, Sara. 16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni. Dimostrazione, che sebbene Dio abbia benedetto Sara, lei e tutta l’umanità non è esente dalla morte. Se pensiamo, con certezza, che Dio può ogni cosa, dobbiamo ricordare che Dio stesso si è trovato davanti la maledizione che diede ad Adamo ed Eva. Se la prima coppia poteva non conoscere la morte, dopo il peccato Dio, ha permesso che la morte avrebbe dovuto fare il suo corso in questo mondo. Quindi l’uomo per la pena ricevuta ha un fine materiale che non può esimersi. Quando la Scrittura dice” O morte dov’è il tuo dardo” è riferito alla morte nei confronti dell’uomo e non da essere considerata efficace per il regno di Dio, essendo che, in esso regna solo la vita eterna. Tuttavia, sulla terra Dio ha fatto delle eccezioni nei riguardi di Enoc, Elia e Mosè e ha permesso ad altri di arrivare nei cieli, come il ladrone e come Paolo. Questo rivela che Dio solo può modificare il suo progetto o il percorso dei tempi e buttare la morte nello stagno. Ma perché la morte è stato uno strumento necessario per il ministerio di Dio? Essa è necessaria, prima di tutto, per la purificazione dalla carne già corrotta per essere idonea ad essere rivestita per lo stato divino, che è incorruttibile. Certo che se essa è stata progettata a priori da Dio, deve essere stata una condizione necessaria per il suo ministerio. Il punto da considerare sarebbe a nostro giudizio, riferibile alla creazione. Se Dio ha posto la luce nelle tenebre che erano già esistenti, vale a dire che l’uomo conosciuto il bene e il male, ha bisogno dal suo stato carnale, di essere trasformato per accedere alla luce, purezza della santità, tramite la disgregazione del suo corpo e il rivestimento di un nuovo corpo incorruttibile. Quindi, la morte, sarebbe lo strumento separatore tra i due stati d’esistenza, che da un lato distrugge la carne corrotta e poi consegna l’anima per essere rivestita dal corpo incorruttibile ricreato da Dio. Così, mentre l’uomo guarda la fine della sua vita come termine esistenziale, per Dio è solo il passaggio da uno stato materiale a quello virtuoso eterno di gloria. La nostra fine sarà solo un ricordo, una esperienza dolorosa ma che ci dona la conoscenza del bene e del male per potere giudicare gli angeli. Tuttavia, la morte non sarà del tutto distrutta ma imprigionata con satana e le tenebre, nello stagno di fuoco. Incomprensibile questa soluzione che lascia sgomento e incertezza del futuro, nel pensare cosa sia la vita in questa terra se non un passaggio per altri fini sconosciuti.
Pace e fede nel Signore
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