martedì 23 luglio 2024

NON MI VEDRETE FINCHE’….

 

 

Matteo 23:39 Infatti vi dico che da ora in avanti non mi vedrete più, finché non direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Una frase che leggendola non si riesce a decifrare il corretto riferimento sintomatico, essendo che, lascia ad intendere diversi significati se, la parola “colui” non dovesse essere riferita a Gesù. Soffermandoci alle parole Benedetto colui che viene nel nome del Signore: da essa si evince un obbligo colloquiale che l’umanità dovrebbe attenersi a pronunziare al prossimo nel momento o prima di accoglierlo come ospite “Benedetto colui che viene nel nome del Signore o altrimenti dovrebbe essere detto, come condizione necessaria di desiderio che Gesù ritorni, essendo il Colui maiuscolo, riferito a Gesù. In riferimento alla prima condizione, difficilmente l’umanità con tutta la corruzione che divaga nel mondo possa ritornare a dire, Benedetto colui che viene nel nome del Signore, essendo che ci stiamo velocemente avvicinando alla depravazione di Sodoma e Gomorra, poiché, il percorso intrapreso è senza ritorno.  Così, prende significato dominante la seconda interpretazione che ritiene “Colui” riferito a Gesù. La condizione di questa ultima interpretazione nasce dall’evento, che arrivando l’umanità all’estremo disaggio mondiale, alla disperazione di guerre, di fame, di disordine e depravazione, giungerebbe alla necessità di rivolgersi a Dio come ultima salvezza riconoscendo indirettamente la propria infedeltà che ha avuto in Dio e soprattutto di non aver riconosciuto il sacrificio di Gesù per la salvezza. Tuttavia, avendo inteso il Colui essere Gesù, pur si aprirebbe una situazione artificiosa per individuare il tempo del ritorno di Gesù.  Dovremmo infatti, considerare i tempi corrotti di adesso, forse anche lo aggravarsi di essi e dopo accertare la tendenza di ripensamento dell’umanità che ritornerebbe a benedire Gesù. Solo allora il tempo sarebbe prossimo ma ancora incerto, poiché, Gesù verrebbe improvvisamente come un ladro di notte. Da questo si innesta l’esempio scritturale che quel tempo lo riconoscerete dal fico quando esso rimetterà le foglie, allora, il tempo di Dio è vicino. Il rivestirsi di foglie dell’albero è riferibile alla coscienza dell’umanità che ritorna alla fede in Dio. È da quel momento che Gesù sarebbe prossimo a ritornare. Questa frase sopra richiamata di Matteo 23:39, sarebbe a nostro parere, la chiave di volta per comprendere i tempi ed il percorso degli eventi comportamentali dell’umanità per prevedere circa la venuta di Gesù, ma anche e soprattutto per i cristiani di allettarsi dichiarando la evaginazione, poiché, la presenza di Gesù sulla terra avverrebbe da un momento all’altro.  Così la frase: finché non direte non mi vedreste… dipenderebbe anche da noi, per il fatto che più presto ritorneremo a benedire Gesù con queste parole, più si anticipa la sua comparsa. Le folle che precedevano e quelle che seguivano, gridavano: Matteo 21:9 Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nei luoghi altissimi! Questo coro di gioia è simile se non uguale a quello di Matteo 23:39 richiamato, di cui, non era facile a chi sarebbe stata attribuita la parola, colui.

Pace e fede nel Signore

 

 

 

lunedì 1 luglio 2024

NEPPURE IO TI CONDANNO

 

 

Sulla vicenda del diritto di lapidare una donna eseguita dagli Scribi non si riesce a determinare un bilanciamento di pena simile se l’azione di adulterio fosse riferita al nostro sistema legale che diversamente lo attribuisce al divorzio, mentre Gesù in quella circostanza lo ha definito splendidamente in modo divino.  Nella frase dedotta da: Giovanni 8:11 Ella rispose: Nessuno, Signore. E Gesù le disse: Neppure io ti condanno; va' e non peccare più, si vengono a prospettare due giudizi uno conforme a quello che ha ordinato Mosè per la durezza del cuore degli uomini, la lapidazione nel caso di adulterio, l’altro giudizio sempre sull’adulterio valutato con compassione di Gesù valutando la debolezza degli uomini.  Essendo l’uomo non in grado di stimare un giudizio di sentimento correttamente se non quello di affidarsi alle prove e alla fragranza di reato, non è all’altezza di valutare l’evento dell’adulterio facendo ricorso al sentimento, essendo che, nel trovasi coinvolto in un adulterio chiunque potrebbe perdere l’autodeterminazione del suo istinto. Questo istinto naturale, necessario per la procreazione, stabilito da Dio ab origine, avvolte, sfugge di mano all’uomo e alla donna e per causa di quella trasgressione, in quel tempo si subiva la lapidazione. Quello che vogliamo considerare in questo contesto è il comportamento di Gesù che trovandosi di fronte alla domanda lecita degli Scribi, come avrebbe giudicato il caso? Vediamo che Gesù ha obliterato il giudizio di condanna della lapidazione prima col perdono e poi, ha chiesto alla donna la promessa del patto di rinuncia incondizionato a quel peccato. Per questo Egli scrive col dito a terra come per evidenziare il contratto che avrebbe richiesto alla donna e all’uomo quando avrebbero accettato la totale rinunzia a non commettere più quel peccato. Da Questo procedimento sembra che stiamo conoscendo un sistema divino di giudizio che a prima battuta Dio perdona il peccato ma subito dopo offre un contratto indissolubile al perdonato, che se, dovesse sembrare un facile ottenimento di annullamento del reato, non lo è, perché si chiede la trasformazione radicale della persona per quella promessa. Infatti, Maria Magdalena, avendo capito l’atteggiamento di Gesù con lo scrivere nella sabbia, considerò seria la richiesta della promessa. Da quel momento decise completamente di bonificare la sua vita, divenendo una serva del Signore fino alla fine. Gli Scribi, invece, avendo avuto rimorso sulla risposta di Gesù, lasciarono cadere le pietre. Tuttavia, non avendo capito il motivo dello scrivere di Gesù non osarono replicare su cosa stesse scrivendo. Ed ancora non replicarono a Gesù il perché avesse perdonato l’adultera. Tuttavia, è da dire che anche loro erano adulteri se non nei fatti, sicuramente nei loro cuori. Le pietre che stavano buttando per l’lapidare la donna altro non furono che i loro vizi che tenevano nascosti e col lasciarli cadere credevano che avrebbero buttati i loro peccati. Così facendo sarebbero stati liberi e purificati mentre il loro cuore rimaneva sporco. Questa è l’ipocrisia dell’uomo che ha ereditato da satana, fin dal Giardino dell’Eden, che finirà quando Gesù tornerà su questa terra. Tutto sarà posto in uno stato felice con grande gioia dell’uomo. Allora, Gesù ci dirà: neppure io ti condanno. Nel regno suo sulla terra, il contratto scritto col dito da Gesù non sarà più necessario perché la luce di Dio regnerà su di noi.  

Pace e fede nel Signore