martedì 12 agosto 2025

LA TRAGEDIA DI GIUDA

 


 

Due circostanze che suscitano incomprensione e stupore sulla condotta di Giuda: uno, quello che un apostolo abbia deciso di tradire Gesù e l’altro della straordinaria e decisa condanna che ha dato Gesù a Giuda, senza possibilità di pentimento. Questo tradimento potrebbe essere inteso come improprio o sopravvenuto che sfugge dalla logica procedurale del ministero di Gesù. Nei fatti di questa vicenda vi sono alcune peculiarità di comportamento che coinvolgono i sacerdoti e lo stesso Giuda. Matteo 27:4 dicendo: Ho peccato, tradendo il sangue innocente. Ma essi dissero: Che c'importa? Pensaci tu. Se da un lato Giuda, avendo capito di avere peccato contro Gesù e contro Dio, si è recato dai sacerdoti per restituire il denaro, dall’altro ha pensato che con quell’atto avrebbe potuto alleviare la sua colpa. Tuttavia, nel momento in cui ha detto ai sacerdoti di avere peccato e di volere restituire il denaro, si è trovato a ricevere una altrettante devastante risposta negativa che sa molto di blasfemia: Che c'importa?  Con questa frase, i sacerdoti e gli anziani, sapendo che il sangue dell’innocente si riferiva a Gesù lo hanno ignorato come pure Dio, incolpandosi indirettamente di blasfemia. Dalla dottrina che Giuda aveva acquisito da Gesù, capì che la risposta dei sacerdoti non era altro che una bestemmia proferita temerariamente che lo scandalizzò nell’intimo della sua pur esistente fedeltà a Gesù. È qui che Giuda perde ogni speranza di essere perdonato, poiché, oltre la maledizione di Gesù ha avuto quella degli uomini. La sua speranza di vita cessò di esistere e, avendo provato di trovare un appiglio nella misericordia degli uomini senza trovarla, decise di impiccarsi. Andiamo ad esaminare ora il comportamento dei sacerdoti. Se da un lato hanno rifiutato il ritorno dei venti sicli d’argento, mostrando una non responsabilità del tradimento, dall’arto si sono resi parte del fatto reo di Giuda, quando si sono inchinati a raccogliere i sicli. Essi non si sono vergognati di accettare denaro riciclato di sangue. Con questo gesto sono divenuti parte attiva del tradimento pur decidendo, come modo di scagionarsi, di spendere quel denaro per comprare un campo.  Matteo 27:7 E, tenuto consiglio, comprarono con quel denaro il campo del vasaio perché servisse per la sepoltura degli stranieri.  In altri termini, i sacerdoti hanno fatto un affare del denaro, maledetto scagliato contro di essi da Giuda arrabbiato, per il respingimento dell’accettazione dei sicli come pagamento di un tradimento verso un innocente. I sacerdoti si sono, a nostro parere, resi rei, restando quella di Giuda di più grave colpa, di avere tramato e raggirato Giuda, facendogli capire un eventuale assenso di favore pecuniario extragiudiziale, che abbia fatto intendere a Giuda di potere tentare un accordo infame. Quindi, la condotta dei sacerdoti non è da essere esclusa dal tradimento, anzi si potrebbe pensare che essi siano stati la parte motrice subdola che ha creato l’evento delittuoso. Con questo non si vuole dare a Giuda alcun che di giustificazione, poiché, egli ha infranto la fede e poi la fiducia che Gesù gli aveva dato. Egli ha tradito pur sapendo di tradire e questo atteggiamento Dio lo punisce con la morte, riferito al raggiro che ha fatto a Gesù.

Pace e fede nel Signore