martedì 16 aprile 2024

È MEGLIO AMARE O UBIDIRE DIO

 


Due atteggiamenti che rappresentano il fondamento del carattere umano nella fattispecie morale per godere una pacifica convivenza esistenziale. L’interrogativo che si pone nei confronti di Dio è questo: è più necessario amare Dio o meglio è ubbidirlo. Questo è il problema che ci sfugge per determinare quale sia più coretto se porre prima nella conoscenza di Dio il sentimento di amarlo o l’ubbidienza conforme al suo volere. Poiché, si può amare ma non ubbidire e si può ubbidire e non amare; questa condizione ci lascia in bilico.  Tuttavia, alla base sta un altro fattore: come si può amare o ubbidire se non si conosce? La più grande sfida che ci pone Dio è proprio questa. Dobbiamo amarlo senza conoscerlo, poiché, altri prima di noi lo hanno visto.  Considerando le due fattispecie caratteriali amore e ubbidienza, secondo il nostro parere, converrebbe per prima cosa ubbidire Dio, essendo che è Lui che ci accrescerà la fede di amarlo attraverso la lettura della sua Parola, avendo noi condizionato prima il terreno fertile nel nostro cuore, che ci conduce a conoscerlo.  Giovanni 20:29 Gesù gli disse: Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! E, sebbene non lo abbiano visto possediamo la sua Parola per mezzo della quale, possiamo anche conoscere Dio in Spirito ma soprattutto apprendere le sfumature del suo carattere che è operativo fin dalla creazione del mondo, del presente e del suo progetto per il futuro. Non è facile anzi è impossibile che l’uomo possa vedere Dio e vivere, poiché, Dio non può essere visto. Mosè volle vederlo ma Dio gli mostrò di spalle solo la sua gloria.  Nell’ubbidire Dio, s’innesta un rapporto strettamente personale con Dio e nello specifico con Gesù, avendo Egli assunto la pienezza della persona del Padre sulla terra. Così, non è profittevole seguire le opere dei filosofi, se non per raffinare la nostra mente ad una maggiore sensibilità con la natura. Su tutto questo, cosa centrano le guerre e l’odio che ci opprimono? La guerra fa parte delle capacità difensive dell’uomo per uno scopo che non conosciamo se non assimilarlo al peccato originale. In fondo non intendiamo se  essa è un evento necessario per costruire la complessità dell’uomo. Come sappiamo, la guerra oltre ad essere in Terra è anche nei cieli. Il fatto che l’uomo non sappia i piani di Dio diciamo che è necessario che sia così, essendo che se li sapesse potrebbe, con il suo libero arbitrio, contrastare i piani di Dio anche in buona fede. Ma che tipo di amore possa esserci nei riguardi di Dio se l’uomo non lo vede, essendo che, il tipo di amore che conosciamo è quello terreno? Amare Gesù, per esempio, senza vederlo pone una condizione sentimentale di immaginare la sua persona concretizzata di fronte ai nostri occhi mentre l’amore verso di Lui viene realizzato con la lettura della sua Parola. In questo modo nasce un rapporto tra la realtà uomo e lo Spirito di Gesù che opera e modella il nostro cuore senza che ce ne accorgiamo. Considerando che lo spirito è superiore alla carne perché eterno, nell’amare l’invisibile, proiettiamo l’anima verso lo stato sublime incorruttibile. Da questo proviamo ristoro e pace e un preludo di sensazione eterna.  

Pace e fede nel Signore  

 

Nessun commento: