Dall’età della ragione fino alla fine dei giorni,
consideriamo la nostra sopravvivenza con la previsione utilitaristica che il
mondo stia alla nostra disponibilità e che la vita sia legata a un termine indefinito.
Questa concezione aberrante, non ci permette di avvertire il vero stato
dell’esistenza mistica dell’eterno, che invisibile ci circonda, mentre ci
trasmette la sua spirituale natura. Le Sacre Scritture ci dicono: Isaia 41:10 Non temere, perché io sono con te non
smarrirti, perché io sono il tuo DIO. Io ti fortifico e anche ti aiuto e ti
sostengo con la destra della mia giustizia. Leggendo questi versi divini, non dovremmo avere
nessun timore di perdere il concetto eterno del futuro. Tuttavia non mancano i
momenti di sconforto, nei quali, ci sentiamo sopraffatti dalla realtà. Per
questo ci aggrappiamo alla fede, che come un seme nel nostro essere, ci apre
alla certezza della salvezza, la quale, ci collega alle promesse di Dio che
prendono corpo in noi. Tramite questo seme, esse ci fanno sentire, del
continuo, la grazia della sua forza liberatrice.Vi sono però alcuni che non riescono a concepire Dio,
come Creatore e non considerano realistiche le percezioni trascendentali.
Essi si affidano alle proprie capacità intellettive e credono che, esse sole,
possono dare loro il collegamento con i diversi aspetti speculari
dell’evolversi della natura. Restano, così, ancorati al raziocinio
governato dal loro stesso pensiero. Tale concetto, rappresenta una sfida a Dio e un serio
pericolo per la loro esistenza e anche un detrimento per lo sviluppo umano. Quelli che fanno tesoro dei versi di Isaia 41:10, sopra
richiamati, manifestano un chiaro recepimento della Parola di Dio e sentono
l’effetto della sua azione salvifica già nella loro vita. Se alcuno è attratto dalla mistificazione della realtà
divina, non può, non capire o sentire la voce ineffabile della Parola di Dio, viceversa, chi si oppone, resta isolato nel nulla e mai avvertirà il desiderio di conoscere la universale
salvezza di Dio. Per superare il suo stato teorico, l'uomo ha bisogno, quindi,
che apra a Dio il suo cuore e incrementi solo verso di Lui, la sua fede. Può,
così veramente scoprire ed esperimentare
che il Signore è il solo Dio e Creatore anche della sua vita. Apocalisse 1:17
E quando io l’ebbi veduto, caddi ai suoi piedi come morto. Ed egli mise
la sua man destra sopra me, dicendomi: Non temere; io sono il primo, e
l’ultimo. Gesù, che è il primo e l’ultimo ci fa comprende
che prima di Lui, non fu mai creata alcuna cosa, ne dopo di Lui ce ne sarà
alcuna. Se alcuno reputa di essere fuori da questo complesso organigramma di
esistenza divina, allora sappia che con la sua capacità intellettiva non
riuscirà mai a capire la salvezza nè cosa sia l'eternità. Solo se
abbiamo fede in Gesù, il nostro essere sarà mutato in vita eterna con
virtù e con sapienza che supererà quella degli Angeli. Anzi saremo chiamati a
guidarli, poiché abbiamo conosciuto quello che è il male e il bene.
Pace e fede nel Signore
Dr. Giuseppe Drago
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