domenica 15 gennaio 2012

LA SPERANZA DEI GIUSTI


La speranza è funzionale alla verità. Non esisterebbe speranza se non ci fosse una verità alla fonte, per questo principio è posta e non sovrapposta al concetto di una promessa che scaturisce da un patto che pone come condizione il rapporto di un sentimento di amore e un cuore dimesso. La speranza diventa un credito che l’uomo detiene per l’aspettanza di una riconciliazione nata dal valore universale dell’amore di Dio e la sua stessa natura. Più la speranza diventa ampia, più il pensiero si concreta in realtà spirituale e produce nell’uomo gioia di vita eterna. Questa è la speranza dei giusti che possiedono nell’attesa incondizionata della venuta di Gesù che sarà realizzata con la sua proiezione di luce eterna nel nuovo corpo incorruttibile rivestito dall’uomo.

Proverbi 10:28 La speranza dei giusti è gioia, ma l’attesa degli empi perirà.

Da questo verso notiamo che le speranze sono due, una è quella illusoria e ingannevole, che con la sua lusinga è capace di coinvolgere una grande schiera di persone e trarle in inganno, offrendo loro un miraggio di benessere e di potere, l’altra è la vita più eccellente e perfetta, per il quale Dio ha promesso di offrire gratuitamente all’uomo uno stato puro e senza peccato apprezzando la vera natura di Dio e la sua magnificenza nell’universo. Romani 8:24 Perché noi siamo stati salvati in speranza; or la speranza che si vede non è speranza, poiché ciò che uno vede come può sperarlo ancora?

Il verso conferma che la speranza è quello stato d’animo che per mezzo del quale, Dio ci salva, ma essa è diversa dalla speranza del mondo, cioè quella che vediamo attuarsi dopo che abbiamo sperato. Romani 8:25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, l’aspettiamo con pazienza.

Aspettare con speranza significa allora, attendere la giustizia di Dio che prende corpo nella materia per dissolverla e nell’uomo per salvarlo. Nella vita terrena la speranza dona all’uomo un comportamento si sicurtà che lo fa diverso dagli altri, quasi a rendere incomprensibile il suo segreto collegamento col divino nella quotidianità della vita.

Chi ha speranza in Dio non sarà confuso, perché nella speranza si matura l’esperienza per valutare le cose del mondo ma anche la consapevolezza di riflettere sul rapporto che abbiamo con Dio. Comprendiamo con il raggiungimento dell’età matura che l’unico rapporto da realizzare è quello con il nostro Creatore e che nulla in questo mondo è paragonabile a Dio. La speranza si riduce a essere, quini, la condizione sine qua non perché l’uomo superi le difficoltà della vita e la sua fede, l’elemento spirituale necessario per ottenere la facoltà di vedere Dio. A questa esortazione nessuno può derogare, difronte alla brevità della vita che passa come un soffio e non ci permette di tornare indietro. Noi sappiamo che il Signore

è presente ove due o tre sono riuniti nel suo Nome e se tu ed io speriamo in Lui Egli sarà sempre presente in noi.

Pace e fede nel Signore.

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