Similmente a due rette parallele che
vanno nella stessa direzione, la fede e il potere, configurati come anima e cuore
carnale, pur di natura diversa, devono necessariamente assumere uno stesso
scopo, quello di essere graditi alla volontà di Dio.
Da questa massima consegue una configurazione
di rettitudine che renderà l’uomo idoneo a oltrepassare un ponte che va dalla carnalità
alla perfezione richiesta da Dio, e la troverà solo di là della sponda. Gesù è
questo ponte che ci permetterà di oltrepassare il fiume Giordano.
Nella realtà della vita, solo se il
re procaccia la giustizia divina, fede e potere, s’incentreranno nel suo cuore, ugualmente
a quell’esperienza che ebbe Salomone quando Dio gli donò la sapienza. Il potere
non correttamente professato, produce un fumus
che rende fragile il cuore a sostenere gli attacchi della vanità, la quale,
presto gli macchierà la fede. L’uomo soccombendo al desiderio della carne, non
sentirà più la voce dello Spirito, unico sentimento spirituale che lo purifica da
questo mondo. Quest’effetto lo abbiamo visto, anche, nei diversi uomini e
servitori di Dio, che spesso si sono macchiati. Tuttavia, è mortificante se un forte
esempio di fede venisse proprio da qualcuno che fede non ha o la sconosce.
Matteo 8:10 E Gesù, avendo udite queste cose, si meravigliò e disse a coloro che lo
seguitavano: Io vi dico in verità, che non pure in Israele ho trovata cotanta
fede.
Il centurione, sottoposto al re di
Roma, annichilendo la sua potestà attraversò il ponte di salvezza, riuscì a
toccare la fede e dando un alto esempio di umiltà, si pose alla mercé di Gesù.
Il potere non potrebbe resistere a
lungo se non fosse sostenuto dalla fede. Nel suo compito non avrebbe né
indirizzo né scopo della vita, perché il potere sarebbe strumentale, non
fornirebbe alcuna agevolazione per raggiungere lo scopo prefissato. Presto si perderebbe la supremazia e altri ne
usurperebbero il posto poiché più astuti e più saggi nel vedere un futuro
possibile e reale. Se alla base del potere sta la fede, allora, tutto sarebbe
regolato da una guida che sta sopra di noi, quella divina, la quale prenderebbe
controllo e difesa dell’esistenza.
In effetti, l’uomo non ha il potere
assoluto ma egli è sottoposto a quello divino, per il solo fatto che il nostro
destino è quello che è, e non può essere cambiato. Se l’uomo vuole essere
vincitore deve per primo credere con fede che Dio lo guida ed è in totale
controllo della sua vita. Sicuro sarà, allora, che dalla sua fede nascerà il
potere, il quale gli fa produrre bene per se e per gli altri.
Il potere senza la fede crea,
invece, illusione e tutto sembra essere reale ma è un miraggio. Solo alla fine
dei giorni l’uomo si accorgerebbe che è stato tutto un inganno.
L’esempio degli altri e della
storia deve farci riflettere quando il nostro cuore si trova di fronte al bivio
della rettitudine o della morte.
Il giusto, colmo di fede, sceglierà la via della
rettitudine che lo porterà alla vita eterna.
Pace e fede nel Signore
HO PROVATO
Ho provato a conoscere Dio
e quando ho intrapreso a leggere la sua Parola
mi ha cambiato la vita.
La chiave sta nelle Sacre Scritture
e la porta sta nel nostro cuore.
Non è, che ho aggiunto anni
alla mia vita
ma ho aggiunto
la conoscenza del percorso di essa.
Lo stesso però ho paura della morte
ma il pensiero di vederlo
mi fortifica.