domenica 24 aprile 2011

QUANTO PESA IL NOSTRO PECCATO? (giudrago)





Se volessimo conoscere il peso del nostro peccato, non sapremmo quanto esso sia, ne sicuramente vorremmo sapere quanto esso pesa. L’uomo non è disposto a fare compromessi con il futuro. Non potremmo esitare, però, di rispondere se un angelo ci porrebbe la domanda. Riflettendo, qualcuno può dire che l’angelo, non l’ha mai visto e nemmeno Dio. 
A questo punto, nell’incertezza dell’esistenza di Dio, la logica umana prenderebbe piede e trascurando ogni obbligo di conoscere il peso del nostro peccato, si arriverebbe alla conclusione di non capire nemmeno lo scopo della nostra vita. Se, invece, qualcuno si convincesse della realtà di Dio, considererebbe il peso del suo peccato e anche i giorni futuri che lo attendono. Un uomo, chiamato Davide, questa esperienza l’ha già fatta e ha nella sua coscienza pesato il suo peccato, come forse nessuno l’ha mai fatto. Egli dice; Salmo 38:4 Perciocché le mie iniquità trapassano il mio capo; Sono a guisa di grave peso, son pesanti più che io non posso portare
Se Davide non era uno sprovveduto, dobbiamo fare tesoro di quello che ha confessato a Dio. Pure, essendo un re che aveva molti favori, si sentiva manchevole nella sua coscienza e non integro per procacciare la giustizia. Iddio, come sappiamo dalle Sacre Scritture, è un Dio misericordioso, ma avvolte se calca la mano, è per il nostro bene, perché Egli vuole che siamo a immagine sua, sia di corpo sia di spirito. Isaia 1:18 Venite pur ora, dice il Signore, e litighiamo insieme. 
Quando i vostri peccati fossero come lo scarlatto, saranno imbiancati come la neve; quando fosser rossi come la grana, diventeranno come la lana. Così da queste parole di conforto, ci sentiamo rinfrancati e protetti pensando che Dio è disposto a colloquiare con noi e a modellarci nella giustizia della sua volontà. Avvolte, quando l’uomo si trova di fronte a grandi disastri, come quello che in questo periodo ha colpito il Giappone, egli resta esterrefatto e non riesce a intravedere una logica risposta. Sembra che siamo in balia a nessuno e che nell’universo non abbiamo nessuna meta. 
A questo scenario, a meno apparentemente, non si può che essere d’accordo con chi pensa che i disastri affliggano l’umanità e nei cuori ci sia risentimento. La realtà di Dio, però è sempre presente, e se Lui lascia che queste cose accadano, ci dobbiamo rifare alla sua misericordia, perché l’uomo non può fare nulla senza Dio. Quando, però, pensiamo al popolo di Dio che per quattro cento anni impastò argilla per fare mattoni in Egitto, la sua speranza, non cessò mai di attendere l’aiuto di Dio. 
Se noi non abbiamo assistito a tutto questo, dobbiamo credere a quello che è scritto perché di verità si parla ed essa non può essere smentita dalla ragione umana, perché essa è relativa e il tutto non è di nostro dominio né l’invisibile è di nostra conoscenza. Lo sguardo ci porta a scrutare sempre l’universo come se la nostra appartenenza è lì, in un luogo non rivelabile alla mente umana. 
Così, con questo atteggiamento, il nostro cuore sente di appartenere a Gesù che per salvare l’intera umanità ha immolato se stesso sulla croce, e renderci accettevoli a Dio. Egli ha preparato un posto per ciascuno di noi e verrà a prenderci e a traslocarci in Paradiso. Non è fantasia, esso è scritto, e i giorni saranno come quelli di Noè, quando nessuno credeva lo scopo della costruzione dell’arca, ma poi il giorno venne repentino, e tutti perirono. 
Per il prossimo futuro, aspettiamo la venuta di Gesù, come, Egli stesso, ha promesso. Quel giorno sarà il più bello, che il mondo abbia mai avuto e non ce ne sarà più un altro. Per questo, non facciamo che potremmo essere tagliati fuori come nei giorni di Noè.
Pace e fede del Signore
AFORISMMI di g.d.
Le stelle: le stelle raccontano la storia del creato, esse rappresentano gli avamposti della luce di Dio, ma non sono la luce di Dio.
Perdonare: se il perdonare ci alleggerisce l’animo, quanto più l’amare dopo la contesa ci rinvigorisce il cuore.
Gesù: se Gesù è morto e vive, noi non possiamo vivere e morire.
La luce: Rappresenta la positività dell’esistenza del creato e la fonte della forza motrice dell’universo; Dio è la sorgente ove nasce questa luce.
LODE AL SIGNORE
Fu quel venticello che mi mandasti al cuore
quando intrapresi il sentiero stretto
che mi mise dritto e mi cambiò in valore.
Mi sembrò d’udire il rumor di molte acque
e appena avanzai un passo, vidi un angelo
che prima di parlar ogni cosa tacque.
E come un nuovo nato il mio nome fu scritto
nel libro dei figli che furono salvati.
Questa è la grazia che mandi a chi ti trova,
questo è l’amore tuo che accoglie i prediletti,
e chi nel camino è tentato e supera la prova.

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