Secondo Pilato,
sostenitore della mentalità sofistica del pensiero greco, la verità era
soltanto di quanto tangibile e immediatamente fruibile si potesse sperimentare,
cioè, conoscere la realtà di ciò che permette all’uomo di sopravvivere, come il
vedere, il toccare, il pensare e così via. In effetti, la summa verità o verità
universale sta al di sopra di quella terrena e non è identificabile dall’uomo.
Egli, possiede solo la presunzione di conoscere la verità, quella che i suoi
sensi avvertano e quella che l’esperienza gli manifesta. Tuttavia, se si
supponesse che le capacità umane fossero sufficienti per qualificare la verità,
esse non sarebbero capaci di leggere il tutto. Se la mente, nella sua capacità
funzionale, può incamerare uno spazio pressoché infinito, nella sua
elaborazione è limitata, perché il suo metro è collegato alla realtà terrena.
Questa condizione pone l’uomo in uno stato di aberrazione, il quale, gli fa
supporre di poter trovare la soluzione per identificare la verità, ma che in
realtà potrebbe essere una verità distorta, pur esplicandosi come fondata. In
realtà l'uomo non può identificare la verità perché essa è universale,
altrimenti, egli avrebbe già trovato, per mezzo di essa, la pace nella sua vita
o intendere il modo di fermare il tempo. Così, la verità, se si cerca di
scoprirla nella sua intima forma, risulta indecifrabile, essendo che l’uomo non
può leggere l'infinito. L’uomo, in ogni caso, ha bisogno del divino che gliela
rivela. Anche nella situazione, ove Pilato, domanda cosa sia la verità, sorgono
dei problemi cognitivi, poiché, nel chiedere il significato, di essa, pone la
presunzione di credere che il pensiero razionale sia capace di intendere la piena
natura della verità. Pilato, sentendo Gesù dichiarare, che la verità era in
Lui, colse il momento per sapere esattamente cosa essa fosse. Giovanni 19:37
Allora Pilato gli disse: Ma dunque, sei tu re? Gesù rispose: Tu lo dici;
sono re; io sono nato per questo, e per questo sono venuto nel mondo: per
testimoniare della verità. Chiunque è dalla verità ascolta la mia voce. 38
Pilato gli disse: Che cos'è verità? Esaminando, ora, la domanda di Pilato, che
cosa è la verità, ci chiediamo il perché Gesù non gli abbia risposto.
Diciamo, prima di tutto, che l’interpretazione più accreditata, quella che
Gesù, non fu interessato a spiegargli il significato della parola verità,
poiché, il concetto era determinabile oggettivamente osservando la realtà del
vero e del falso, largamente sperimentato nell’esperienza di vita dell’uomo, ma
piuttosto, Gesù, di fronte a Pilato, Egli era, il soggetto della verità
personificata, cioè, quando Gesù disse chiunque è della verità ascolta la
mia voce, la sua persona e la sua voce ovvero, Egli stesso, era la verità
vivente da conoscere e seguire, mentre, il significato oggettivo della verità di
cui Pilato voleva sapere, poteva apprenderlo dalla esperienza di vita che già
conosceva. La domanda corretta che Pilato avrebbe dovuto fare era questa: sei
tu la verità come Egli disse prima a Gesù, sei tu re? Allora
Gesù, gli avrebbe risposto, come nella domanda di prima, tu l’hai detto.
Riflettendo a quanto Gesù ha detto, che la verità è in Lui, rivela che la verità
divina non può essere compresa con gli strumenti della conoscenza terrena,
essendo che essa accoglie in se tutti gli elementi di un’esistenza immune dagli
attacchi di forze distorcenti, cioè è, di natura incorruttibile. La verità,
quella che è in Gesù, operante sulla terra è quell’esperienza di comportamento
che ci affranca dall’ira divina ma anche da quella umana. Pilato, nel domandare
che cosa fosse la verità, mostrò la sua completa ignoranza spirituale e la non
conoscenza della potenza divina di Gesù.
Considerando, ora, un altro aspetto, quello del lavarsi le mani, Pilato,
credette di omettersi da un obbligo spinoso, che invece lo rese compartecipe di
un concorso di colpa, di cui, già sua moglie, nel sogno, previde la gravità del
giudizio che suo marito stava per affrontare. Tuttavia, Pilato, conobbe la
verità vivente, in Gesù, quando ricevette la notizia dal soldato che gli riferì
che Gesù era veramente il Figlio di Dio. Egli ebbe la conferma di quella verità
vivente, di cui, inconsapevolmente voleva sapere, la quale, gli trasformò certamene
la vita.
Pace e fede nel Signore.
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