martedì 5 aprile 2016

GLI OPERAI DELLE DIVERSE ORE



GLI OPERAI DELLE DIVERSE ORE

Sappiamo che la legge tutela il diritto al lavoro e stabilisce giusta ricompensa a quella che tecnicamente è chiamata, “risorsa umana” o più rispettosamente, mano d’opera. Tuttavia questo sistema ha sempre prodotto un conflitto col datore, difficilmente risolvibile. La stessa difficoltà era già presente ai tempi biblici, in cui Gesù in un’occasione, paragonando il regno di Dio al sistema d’impiego umano, racconta una parabola che oggi fa molto riflettere. 
Matteo 20:12 Questi ultimi han lavorato solo un’ora, e tu li hai fatti pari a noi, che abbiam portata la gravezza del dì, e l’arsura.
Come prima valutazione, notiamo che l’ingiustizia, se è tale, risiederebbe nell’erronea valutazione delle ore di lavoro per ciascun lavoratore che il datore ha ritenuto corretto fare dando uguale compenso agli ultimi rispetto ai primi chiamati. In questo cap. 20, Gesù, racconta questa parabola, dimostrando che se appare ingiusta, alla vista degli uomini, la sperequazione di valuta ai lavoratori della vigna, corretta corrisponde, la su indicata qualificazione, per i chiamati alla conversione al regno di Dio.
L’attività degli operai nelle diverse ore non si riferisce, per il regno di Dio, al tempo di lavoro ma alla decisione della conversione dell’uomo a Dio.   
Se uno si è convertito a Dio fin dalla tenera età e un altro si converte durante la sua vecchiaia, entrambi avranno stesso accoglimento, perché tutti siamo uguali, di fronte a Dio, ecco che nella parabola, il datore pagò a tutti lo stesso salario.  Gesù dice anche, che gli ultimi saranno i primi, sarebbe come se dicesse, che gli ultimi convertiti saranno trattati alla stessa stregua dei primi.    
Matteo 20:15 Non mi è egli lecito di far ciò che io voglio del mio? l’occhio tuo è egli maligno, perciocché io son buono
 Proiettando questo verso a quanto è stato esposto, nessuno dirà a Dio, io mi sono convertito assai prima del mio fratello e tu avvantaggi lui più di me. Altrimenti ci troveremmo di fronte allo stesso misfatto di quando Caino si lamentò, perché Dio guardò di più l’offerta di Abele. Questo principio fu compresero dagli apostoli, quando Gesù impartì di andare umili nelle Castelle, perché pur avendo loro da vantarsi, come essere i primi, si sarebbero dovuti ritenere servitori di tutti.  
Dobbiamo ricevere ciò che sarà convenevole per il nostro bene futuro, senza che vi sia alcuno che guardi al proprio interesse, come quei operai che non scorsero la buona causa del risultato.
Matteo 19:30 Ma molti primi saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi.
Da questo insegnamento, si ricava che non sono solo gli ultimi a essere i primi, perché Gesù dice molti e, non tutti, quindi primo sarà chi è umile, sia appartenente agli ultimi sia ai primi. In questo modo ogni servitore riceverà secondo la natura del proprio cuore e la volontà di Dio per la sua giustizia. Non è poca cosa che Dio accetti tutti nelle diverse ore con la stessa grazia ove diversi sono poi le valutazioni delle nostre opere quando Egli giudicherà tutti.
Pace e fede nel Signore