Se, nei nostri tempi, un noto personaggio dello spettacolo
può suscitare tanto interesse da muovere una grande folla, quanto più Gesù nello
spostarsi da un luogo all’altro, provocava l’afflusso di numerose moltitudini, per
vederlo e soprattutto per sentirlo parlare. Egli, non lasciava autografi, ma
sanava i cuori con il suo semplice annuncio della salvezza.
Un uomo, di nome Zaccheo, con potere istituzionale di stato,
incuriosito di scoprire chi fosse Gesù, pensò di salire su un albero di sicomoro,
per poterlo osservare nel momento che gli passava vicino. I motivi di questa
sua decisione furono due, il primo perché egli era di bassa statura e l’altro,
di potere essere libero di osservarlo senza essere visto. Vi era anche, un
altro motivo occulto, quello di osservare l’esecuzione dei miracoli, se Gesù avrebbe
potuto essere un soggetto fiscale che produceva un proprio interesse economico,
e quindi, da generare tasse per l’impero romano.
Luca 19:5 E come Gesù fu giunto a quel luogo, alzò gli
occhi, e lo vide, e gli disse: Zaccheo, scendi giù prestamente, perciocché oggi
ho ad albergare in casa tua.
Le cose, purtroppo, non sono andate come Zaccheo aveva previsto,
perché senza che se ne fosse accorto, fu scoperto da Gesù e invitato a scendere.
Zaccheo sicuramente si meravigliò e avrà detto fra se, come mai costui senza
conoscermi mi ha scoperto e mi ha chiamato per nome? La stessa percezione di
Nataniele:
Giovanni 1:48 Nataniele
gli disse: Onde mi conosci? Gesù
rispose, e gli disse: Avanti che Filippo ti chiamasse, quando tu eri sotto il
fico, io ti vedeva.
Il suo stato d’animo,
fu poi invaso di stupore, quando Gesù gli disse che quel giorno avrebbe
albergato a casa sua. Egli, capì subito che Gesù era veramente il Messia e il
suo repentino cambiamento di opinione ne fu conferma del suo convincimento, perché
all’istante il suo cuore fu sanato, e mentre scendeva dall’albero, sentì
d’essere un uomo nuovo. I miracoli che egli pensava di vedere su gli altri, furono
realizzati su se stesso.
Consideriamo due fatti che coronano il significato di questo
incontro. Nella prima fase vediamo che facendo scendere Zaccheo dall’albero, Gesù
gli dona la vita, dopo averlo convertito.
La seconda fase è una riflessione che Gesù fa, nel momento in cui si troverà
in croce, e come se fosse stato al posto di Zaccheo, nell’albero, qualcuno lo avrebbe
spronato a scendere, mentre lo aveva già condannato a morte.
Così, Zaccheo, rappresenta il mondo ma che a differenza di
lui, pur avendo sentito parlare di Gesù, rimanda l’occasione di incontrarlo, rimanendo
nell’albero. Gesù supera questa barriera che l’uomo ha costruito davanti a se. Egli
bussa alla porta del suo cuore, chiedendo di volere entrare per donargli la
vita.
Se saremo fiscali nel pensare solo al nostro interesse
terreno, allora saremmo peggiore di Zaccheo, rimanendo nell’albero per essere
un giorno come foglie che diverranno concime per l’albero.
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